27/09/2006 - 10:30:00 -
a cura di Redazione
Non si paca la querelle cittadina circa l’utilizzo privato del castello comunale per una cena di convegnisti. Dopo la richiesta di dimissioni dell’assessore alla Cultura avanzata da parte della Cdl l’amministratore ha risposto: “Queste "feste", come sono state definite, con o senza i pretesi abusi, non sono state autorizzate dall'assessore ai Beni Culturali in quanto non rientrava nelle sue competenze rilasciare autorizzazioni per il Castello e l'annesso Auditorium. Nella riunione di Giunta del 7 settembre, di fronte ad un quadro innegabile di disfunzioni ricorrenti, causate soprattutto dal gran numero di iniziative promosse dai vari settori e da un organico di addetti assolutamente inadeguato, il sindaco ha deciso di accentrare le funzioni autorizzative nell'assessorato ai Beni Culturali per meglio coordinare e razionalizzare la situazione. Inoltre, in Consiglio Comunale, nei decorsi quattro anni, la Casa delle libertà non ha mai sollevato alcun problema sulla gestione del Castello nè sullo stato delle aree archeologiche. Mai che abbia provocato con una interpellanza o una mozione un dibattito politico su questi temi, preferendo gli articoli di giornale, che sono molto più comodi. Non solo. Ma la Cdl ha approvato e lodato, per bocca di qualche suo esponente, la politica delle feste unendosi al coro di quelli che sostengono che grazie ai vari intrattenimenti arrivano i turisti e il paese cresce. Allora, di che si lamenta?
L'assessore alla Cultura ha agitato più volte, com'era suo dovere, il problema del Castello, anche se la Cdl lo ignora, derivante principalmente dalla funzione centrale che ormai svolge nella vita sociale e culturale della città e dalla necessità impellente di affrontarne i nodi strutturali e organizzativi che adesso premono come non mai. Vorrei concludere rassicurando i concittadini sul fatto che un assessore inetto, se c'è, viene di fatto surrogato dal contesto della "squadra", ma il nullismo di un centrodestra arreca danni alla città di gran lunga maggiori, purtroppo non c'è rimedio, per ora”.
La risposta della Casa delle Libertà non si è fatta attendere e in una nota precisa: “Che la gestione del castello presenti dei problemi organizzativi seri lo dichiara lo stesso assessore ma le assicuriamo che se ne sono accorti tutti a Mesagne. Poi confondere una festa di piazza con una festa per pochi intimi in un bene comunale ci sembra il goffo tentativo, fallito, di sminuire una vicenda grave e che ha offeso la città. Poi, la Casa delle Libertà, proprio sulle politiche del centro storico, sull’utilizzo dei beni monumentali e la loro valorizzazione, sull’area archeologica, sul turismo culturale, ecc. è sempre stata interessata, sollecitando, incalzando e fornendo suggerimenti in tutti i contesti istituzionali e non. Lo sa bene l’assessore Piro che ha sentito e seguito molti suggerimenti del centro destra. Ricordiamo al distratto assessore Argentieri che in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2003 fu proposto un emendamento che prevedeva lo stanziamento di euro 100 mila da spendere sull’ area archeologica. Emendamento bocciato dal centro sinistra. Argentieri che non è nemmeno rappresentato in consiglio comunale e che è figlio della vittoria risicata di Sconosciuto, non lo ricorda?
|