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Giustizia e Costituente. Se ne parla a Mesagne
17/10/2006 - 10:45:00 - a cura di Redazione
Un interessante dibattito politico su “La giustizia a confronto” si è svolto domenica sera a Mesagne nell’ambito della Festa Azzurra organizzata da Forza Italia. Sul palco a confrontarsi su Giustizia e Costituente si sono seduti gli onorevoli Giuseppe Pisicchio, dell’Italia dei Valori, e Luigi Vitali, di Forza Italia, rispettivamente presidente e vice presidente della Commissione Giustizia della Camera. Arbitro del confronto il giornalista Rosario Tornesello. Dal faccia a faccia è apparso subito chiaro che nell’Italia di oggi il tema della giustizia, quale fattore primario che rende una società accettabile, vivibile, sana, è sostanzialmente irrisolto. Anzi nella visuale della storia delle istituzioni è il punto nodale attorno a cui ruotano le scelte di chi governa e le reazioni di chi è governato, e su cui si sono accesi grandi dibattiti di natura politica, culturale e sociale. Da ciò dipende in larga misura anche la stabilità di una rilevante area istituzionale o addirittura di un sistema politico. Da qui la necessità di una Costituente che riformi, anche, la Giustizia. “In Italia la Giustizia è giudicata accettabile solo dal 33 per cento degli italiani” ha esordito l’onorevole Pino Pisicchio, il quale ha precisato: “Questo vuol dire che il 70 per cento dei cittadini ritiene che la giustizia non funziona perché l’arretramento della politica ha permesso alla magistratura di svolgere un ruolo politico improprio. Da questa situazione, diciamo anomala, è scaturito un corto circuito. Quindi secondo me i rapporti tra poteri diversi vanno regolati affinché non vi sia più uno straripamento”. Per l’onorevole Luigi Vitale: “E’ importante che vi sia nella magistratura la separazione delle carriere. E’ necessario – ha sottolineato l’onorevole – che ci sia un giudice terzo al di sopra dell’avvocato e del pubblico ministero. Purtroppo la magistratura non solo non vuole la separazione delle carriere ma non vuole nemmeno la separazione delle funzioni. Questo perché la magistratura fino al 1994 ha occupato spazi politici che, successivamente, ha dovuto lasciare per fare posto ad una classe politica rinnovata. Oggi ci si chiede se si farà la Costituente. Secondo me il confronto e la partecipazione sono principi importanti. Pertanto mi si deve spiegare perché si vuole aprire un tavolo con i magistrati e non lo si vuole fare con gli avvocati. Non comprendo la disparità di trattamento del governo Prodi. Debbo pensare, quindi, che si tratta di un attacco alla professione degli avvocati. Un atteggiamento di chiusura del governo che fa capire che non c’è voglia di dialogo con gli avvocati ma solo con la magistratura. Un organo che, evidentemente, vogliono tenere buono. Quindi non si può chiedere di partecipare alla Costituente se non c’è parità di trattamento”. Una lettura dei fatti non proprio condivisa dall’onorevole Pisicchio il quale ha evidenziato che: “Il governo Prodi porta il Parlamento al centro della Costituzione. E questo è una risorsa per la politica stessa”.
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