19/10/2006 - 08:50:00 -
a cura di Redazione
Ieri pomeriggio si è conclusa presso il Tribunale di Brindisi la vicenda nota a Mesagne come “L’affare-Giubileo”. Il castello di accuse mosso dalla Procura della repubblica di Brindisi è crollato liberando psicologicamente i quindici indagati da reati che mai hanno commesso. Tutti assolti, dunque, per non aver commesso i fatti attribuitegli. E’ questa la felice conclusione di una triste vicenda che il 15 aprile 2003 ha visto coinvolti funzionari comunali, imprenditori, tecnici tutti implicati in un’indagine sui fondi erogati in occasione del Giubileo ed utilizzati a Mesagne per restaurare alcune strutture storiche. Secondo le accuse della Procura parte dei fondi sarebbero stati distolti dalla loro finalità. Agli arresti domiciliari finì per alcuni mesi il responsabile dell’ufficio Lavori pubblici, l’architetto Savino Martucci, cui erano rivolte molte delle accuse mosse dalla Procura. Pesanti i reati contestati agli indagati che vanno da corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio a frode in pubbliche forniture, da truffa aggravata a falsità ideologica e turbata libertà incanti. Accuse che, alla luce delle risultanze giudiziarie, si sono dimostrate del tutto infondate basate, evidentemente, su indagini il cui esito è stato messo in discussione, già nello scorso dibattimento, dall’attuale pubblico ministero, Alberto Santacatterina, il quale ha ereditato l’inchiesta da un collega nel frattempo trasferitosi in altra Procura italiana.
Nel pomeriggio di ieri l’epilogo della vicenda con la fine di un incubo durato oltre tre anni. La lettura della sentenza da parte del presidente, Gabriele Perna, giudici a latere, Tatarangelo e Zaccaro, che ha assolto tutti gli imputati “Perché il fatto non sussiste”, è stata accolta con grande soddisfazione.
Il collegio di difesa degli imputati si è associato alla richiesta di assoluzione avanzata dal pubblico ministero Santacatterina. Si è solamente opposto il legale della parte civile in rappresentanza della Regione Puglia.
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