27/10/2006 - 08:31:00 -
a cura di Redazione
Imperversa su Mesagne la microcriminalità con i cittadini ed i commercianti costretti a subire l’onta dei furti o delle rapine. Non c’è giorno, infatti, dove non si è costretti ad aggiornare la casistica delinquenziale. Almeno quella ufficiale poiché quella ufficiosa, cioè dove la gente non effettua la denuncia per una questione di riservatezza, non è possibile aggiornarla.
Le vittime, infatti, in diverse occasioni sono frustate dalla violenza subita che cercano in qualche modo di nasconderla inconsapevoli che con questo atteggiamento “omertoso” non aiutano le forze dell’ordine a combattere questa piaga ma, anzi, l’alimentano. Una cultura della legalità che, evidentemente, non è pregnante in tutte le fasce della società mesagnese.
Chi trova il coraggio di ribellarsi è una giovane donna, ingegnere, mamma di una bella bimba di pochi mesi, moglie di un noto professionista, la quale dopo aver avuto la villetta residenziale depredata e saccheggiata vuole denunciare pubblicamente il suo imbarazzo e la sua frustrazione.
“Siamo proprietari insieme a mio fratello di una villetta in contrada San Nicola. Una casetta che i nostri genitori hanno realizzato negli anni con enormi sacrifici con il sogno di potervi trascorrere qualche mese estivo”. Inizia con queste parole il racconto della giovane. “Già alcuni mesi addietro, se non sbaglio nel mese di aprile, hanno tentato di forzare l’ingresso e portare via alcuni attrezzi agricoli di mio padre. Poca roba ma quanto basta per creare il panico in casa. Poi giorni addietro alcuni ignoti individui sono giunti dal retro dell’abitazione e, dopo aver scavalcato il cancello, hanno forzato il portone di ingresso e sono entrati in casa. Non contenti hanno rotto un’altra porta e il portone del garage dove sono conservati gli attrezzi di mio padre. Hanno preso un carrello e vi hanno caricato sopra tantissime cose, poi sono andati via indisturbati”.
La ragazza ha un groppo alla gola, è frustrata, umiliata, ma decide di continuare nel suo racconto: “Pensate hanno preso, tra le altre cose, anche un frigorifero nella cui cella c’era della carne congelata per un valore di 700 euro. Erano le provviste che stavamo per riportare a Mesagne. Tutto sparito. Per non parlare dello scempio che hanno fatto in casa dove hanno letteralmente bivaccato mettendo a soqquadro l’abitazione”. Inutile dire che la signora sospetta che il furto sia stato compiuto da una banda ben organizzata che si muove con disinvoltura sul territorio.
Un sospiro e via con il racconto: “La stessa sorte è accaduta ad una villetta vicino alla nostra. Anche lì hanno trafugato diverse cose di cui molte le hanno abbandonate nel terreno durante la fuga”.
La signora conclude: “Noi paghiamo le tasse e tutto ciò che un onesto cittadino deve fare. La mia richiesta alle istituzioni è questa: “Per quanto tempo dobbiamo ancora subire questa violenza e temere per i nostri figli?”.
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