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Rigassificatore col vento contro
31/10/2006 - 19:07:00 - a cura di Pino De Luca
Non era il caso di partecipare a sangue caldo alla sequenza di annunci che i presenzialisti di ogni evento e del suo contrario, quasi fossero dotati del dono dell’ubiquità, si sono affrettati a fare. Il nostro Segretario Nazionale, (sarà pure Diliberia) insiste sempre nell’invitarci ad essere seri, precisi, forse monotoni, perché noi facciamo politica e non spettacolo. E allora abbiamo atteso, abbiamo discusso e ragionato prima di parlare e vi sono alcune riflessioni da mettere all’attenzione di chi ama la serietà, e le facciamo nel nostro racconto della cronaca del 28 ottobre 2006. Noi del PdCI c’eravamo tutti come promesso, alla coda di un corteo di quasi diecimila gambe delle lunghezze più varie, un corteo con una testa istituzionale ed un corpo punteggiato da striscioni, bandiere, qualche trabiccolo rumoroso e dagli odori non condivisi. C’era il nostro Gruppo Consiliare e c’era il partito intero con il Segretario Regionale e i dirigenti provinciali e regionali. Temevamo di essere soli, lo confessiamo, siamo un partito piccolo, e ci siamo messi dietro, in fondo, quasi sommessi ma anche orgogliosi della nostra diversità. Dietro di noi l’Arma dei Carabinieri. Beh, soli non eravamo e quelli che erano con noi erano proprio lì, distaccati dai vocianti e dai narcisi. Non godiamo del favore dei cronisti, lo sappiamo siamo monotoni, poco fantasiosi e ci ostiniamo a dire le cose solo dopo averle studiate e approfondite. Non ci piacciono le dichiarazioni ad effetto, siamo politicamente rudi e non amiamo cospargere zucchero sulle pillole amare. E la sensazione che Brindisi stia per ingoiare l’ennesimo boccone indigesto si fa sentire, ci prende allo stomaco. Ma torniamo alla cronaca, la cronaca raccontata perché le foto non parlano ad esempio della presenza del vento. Il vento c’era, un vento teso, specialmente vicino al mare, lo invocammo fresco e pungente, capace di separare la pula dal grano. E invece il vento era disordinato, non profumava di fresco no, era forte ma dolciastro con odori noti, mischiati, folate di buono e olezzo di stantìo. E nel fondo si evocavano miasmi malefici, confusi e coperti dal profumo della spontaneità e della voglia di esserci ma anche penetranti e capaci di serrare la gola. Si, qualcuno non c’era, era assente, era quell’odore di fondo a ricordarlo. No, non era l’olezzo di chi ha abbandonato il campo e il suo Sindaco, quello è più pungente e più facilmente riconoscibile, esso si è era già sparso nell’aria dal sopralluogo a Capo Bianco del plenipotenziario forzaitaliota del sud, quel presidente (scon)Fitto che detiene il suo quarto di responsabilità nella vicenda del Gas a Brindisi; non era nemmeno il marcio di tardive polemiche per scambiarsi il cerino acceso tra vecchi potenti della politica provinciale, non lo era. Pure quel tanfo ha una sua personalità facile a riconoscersi. Il miasma malefico lo si vede alla fine del corteo, è la puzza di morto: è la scomparsa di un attore fondamentale di questo dramma che coinvolge il capoluogo della nostra provincia. È scomparsa la controparte, l’avversario è vaporizzato anzi no, non è più avversario, è con noi è tra noi, forse siamo proprio noi. Il Governo Nazionale era presente e solidale con noi. Due dico Due sottosegretari in un corteo contro (?) le scelte del Governo del quale fanno parte non si erano mai visti. La capisco Sindaco Mennitti, si sente strumentalizzato e polemizza, e umanamente con Lei solidarizzo. Ma poi bisogna stare ai fatti Signor Sindaco: Ella ha condotto una battaglia insieme al Presidente della Provincia, una battaglia istituzionale che aveva come primo obiettivo quello di dimostrare all’Italia intera che Brindisi non vuole più che altri ne decidano le sorti, e in quella battaglia abbiamo partecipato con la nostra presenza e la nostra umile testimonianza. Poi sono successe alcune cose, alcune strane altre meno. Vede la nostra esperienza ci ha insegnato bene cosa sono le “mascariate”, e capiamo bene come e perché alcune cose accadano secondo un calendario o un orologio, subito riprese da chi ha dormito per aprire polemiche sui peli e coprire le discussioni sui pali. Ella non deve arrendersi o arrabbiarsi. Sia chiaro, noi comunisti Le siamo politicamente lontani mille e un miglio, ma come Lei siamo cittadini italiani e sappiamo distinguere chi si batte per il bene delle collettività che rappresenta e chi invece rapporta esclusivamente al proprio tornaconto le scelte che è chiamato a compiere. Dico proprio tornaconto personale, nemmeno nobilitato dalla “scelta di classe” che un tempo ammantava tutto. E allora prenda atto che c’erano due sottosegretari del Governo in carica, anche se non ho visto molti “eletti”, e si unisca alla voce di quanti come noi sono a Loro vicini. Diciamoglielo ai Sottosegretari presenti, ai Sindaci, agli Assessori che condividono la scelta di dire No al rigassificatore, diciamo che se chi ne ha il potere (Governo Nazionale e Governo Regionale) non ferma la British Gas allora avete il diritto, amici e compagni Sottosegretari e Assessori, a lasciare il vostro incarico rassegnando le dimissioni: noi vi capiremo. Non crede signor Sindaco di poter coinvolgere in questa scelta anche i rappresentanti istituzionali che erano alla testa del corteo?
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