01/11/2006 - 17:00:00 -
a cura di Pino De Luca Resp.le Prov.le Ambiente Territorio
Leggo su “autorevoli” organi di stampa osservazioni pertinenti circa il rapporto tra Legge Finanziaria attualmente in discussione in Parlamento e il futuro del porto di Brindisi.
Leggo che autorevoli rappresentanti del centrodestra si interrogano sul rapporto tra Legge Finanziaria e sistema di sicurezza nel paese.
Leggo, leggo tanto è vero, forse dovrei leggere di meno e dedicarmi con maggior cura ad altre attività, magari più divertenti.
Ma come si fa?
Ognuno ha i suoi vizi, il mio è quello di leggere e, da qualche tempo, anche quello di scrivere, magari per chi condivide con me le medesime perversioni.
Ma queste due cose che ho letto proprio non me le aspettavo.
Veniamo alla prima, la frase più importante è un riporto, il Presidente Prodi, alla Fiera del Levante ha nominato Gioia Tauro, Taranto e Napoli come città portuali che saranno destinatarie dello sviluppo del traffico commerciale, non ha nominato Brindisi.
È vero, ma il 16 settembre u.s. nella stessa Fiera del Levante si è tenuto un Convegno, un Convegno di un piccolo fastidioso Partito con il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, al quale, forse gli autori dell’articolo non hanno potuto partecipare impegnati in cose più visibili e importanti.
Il convegno aveva per tema proprio la questione dei trasporti nel mezzogiorno. Orbene, gli spacchettamenti ministeriali e un sacco di altre alchimie della politica rendono i percorsi più lunghi e contrattati anche se più condivisi, in questo convegno il Ministro e gli intervenuti hanno convenuto alcune cose sulle quali non mi dilungo se non su una: il Ministro Bianchi che, oltre che essere Ministro, ha la disgrazia di essere un esperto di questo campo sorvolando in elicottero l’area di Brindisi ha osservato immediatamente le potenzialità della città dal punto di vista commerciale, le sue parole sono state: la natura ha dato a Brindisi la predisposizione all’intermodalità, la politica ha fatto e fa di tutto per distruggerla.
E allora la battaglia contro il rigassificatore (e area di sicurezza connessa), la riduzione del traffico carbonifero, la nomina di un brindisino tecnicamente capace e culturalmente innovativo all’autorità portuale non sono che le condizioni preliminari per ragionare di valorizzazione e di sviluppo turistico e commerciale del porto e della sua connessione con il traffico aereo e su ferro e, perché no, anche di forme assai più innovative (pipenet e dintorni).
Purtroppo gran parte della “classe dirigente” di questa città e di questa provincia è affetta da miopia politica e/o da “auri sacra fames”. Essa si è dimostrata e si dimostra incapace di uscire dal tunnel politico-affaristico ultradecennale, e sulle scelte energetiche abbandona i propri rappresentanti istituzionali e sulle scelte dirigenziali continua a orientarsi sui sacerdoti di questo rito di rapina delle risorse naturali.
Come dire, la natura ha fatto la sua parte straordinariamente descritta da Fortunato Paloscia in versi dialettali, i brindisini saranno in grado di fare la loro?
Sulla questione della sicurezza, se avrete pazienza diremo prossimamente, che altrimenti il vizio di scrivere supera quello di leggere, e chi vuole imparare deve ascoltare molto e tutti e parlare solo quando sa quel che dice, è una norma che per me vale sempre.
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