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Lettera aperta Coordinamento UILCEM
04/11/2006 - 11:00:00 - a cura di
Lettera aperta Coordinamento UILCEM Petrolchimico del 02.11.06 Carissimi sedicenti lavoratori di questo “sventurato e bistrattato” Petrolchimico di Brindisi, o meglio ancora dell’intero settore industriale. - E’ giunta l’ora di smettere di produrre solo morte e di lamentarvi per questa fantomatica cultura del bisogno che vi ha portato all’esasperazione, fino a farvi cadere in una crisi d’identità. Ecco perché invece di essere considerati umili lavoratori, oggi siete etichettati come “inquinatori di professione, criminali contro l’umanità, terroristi, o contrabbandieri che stanno facendo scivolare la città in una spirale di morte”. Andate a mietere il grano (con tutto il rispetto per i mietitori), e a lavorare in un non meglio precisato e ancora da definire e individuare, nuovo modello di sviluppo.- Inizierebbe così una delle tante lettere che i nostri politici e i cittadini,(trasfertisti) presenti a vario titolo nella scorsa manifestazione contro il rigassificatore a “Capo Bianco”, scriverebbero per dipingere le centinaia di migliaia di lavoratori, passati e presenti, diretti e indiretti che vivono e che hanno vissuto dignitosamente, grazie alle aziende del settore chimico, farmaceutico ed energetico. Ma si sa, oramai siamo vittime delle strumentalizzazioni che il “popolo rosso” dei cosiddetti girotondini, (finalmente lo ha capito anche il Sindaco Mennitti, aspettiamo fiduciosi che lo capisca anche qualcun’altro dall’altra parte) cerca sempre più di inculcare nella mente della gente, facendo leva sulla solita cultura del sospetto, e sulla fantomatica pericolosità dell’impianto . Si può anche essere per ideologia o per principio politico contrari al rigassificatore e agli impianti industriali, ma rinnegare e non riconoscere, ancora una volta, quello che il Petrolchimico di Brindisi insieme a tutto il settore industriale, rappresenta e maggiormente ha rappresentato per tutta la Provincia, non solo sotto l’aspetto economico, ma anche sotto l’aspetto occupazionale, è vergognoso oltre che insostenibile per la maggior parte dei cittadini intellettualmente onesti. Per questo non riusciamo ancora a capire perché si fa tanta disinformazione sull’impianto di rigassificazione, continuando a definirlo pericoloso, rischioso per la salute, e perché si continua a non essere chiari sulla volontà o meno di volerlo in un altro posto che non sia Capo Bianco, o in un altro sito che non sia Brindisi. Ci ritornano in mente le lotte contro le Centrali Nucleari, Nò in Italia perché sono pericolose, però poi si autorizza l’Enel ad approvvigionarsi dell’energia prodotta dalle Centrali Nucleari situate sulle Alpi in territorio francese ad un passo d'Italia. La storia si ripete, Nò per il rigassificatore a Brindisi, e la Regione condivide e partecipa alla manifestazione contro questo insediamento, ma a Taranto (a non più di 15 Km. dall’inizio della provincia di Brindisi) invece si dichiara favorevole e addirittura chiede al Governo nazionale di velocizzare i percorsi che consentono la valutazione dello stesso identico impianto. La solerzia di qualche politico regionale, molto vicino come bacino di utenza elettorale in quel di Taranto, che niente ha di meglio, né sotto l’aspetto ambientale nè sotto l’aspetto della sicurezza degli impianti rispetto a Brindisi, stà certamente contribuendo a far in modo che si compia l’ennesimo sciacallaggio nei confronti dei tanti disoccupati del Brindisino.(vedi anche Grottaglie polo aeronautico) Non riusciamo a capire allora, come fanno alcuni nostri politici, o alcune Organizzazioni Sindacali, a denunciare la grave crisi occupazionale ed economica del nostro territorio, quando invece dovrebbero sottolineare le differenze di attenzione che il Governo centrale assume per altri territori, (vedi caso Porto Marghera) e dichiarando poi di voler “sbugiardare i protagonisti in negativo della storia di Brindisi, cioè quelli a favore del rigassificatore”, senza prendere atto che le colpe di questa disastrosa situazione che stiamo vivendo nel nostro territorio, è da addebitare totalmente alla mancanza assoluta di una seria e competente classe politica senza distinzione, (e di una parte Sindacale) che ci stà rappresentando in questi ultimi anni. Quindi, secondo il nostro parere, è condivisibile in pieno il percorso tracciato ancora una volta dal Governo Centrale nonché dall'economista pugliese Francesco Boccia, il quale dichiara che l’impianto si deve fare, perché dobbiamo garantire, le comunità sul piano ambientale ed economico, se poi la politica dice no, allora è un altro discorso e l’ambiente non c’entra nulla. Questo è esattamente quello che stà avvenendo a Brindisi, peccato però che sono solo i nostri politici, a differenza di altri, a dire NO!!! Noi del Coordinamento della UilCem infine, auspichiamo che i nostri rappresentanti istituzionali tutti, trovino l’intesa (se sono capaci) almeno su progetti che rafforzino e sviluppino il territorio, perché fino ad oggi abbiamo assistito soltanto a dismissioni, decantierizzazione e a pura demagogia, a parole e a propaganda inutile su altri modelli di sviluppo, senza però vere e reali soluzioni per i tanti disoccupati della nostra provincia. Tra l’altro, è doveroso sottolineare che, il reinserimento di alcune decine di lavoratori ex-Dow, è stato possibile soltanto grazie alla disponibilità di alcune aziende appartenenti al settore industriale, a conferma che resta l’unico sbocco in grado di assicurare lavoro vero, dignitoso e stabile, mentre per i lavoratori ex. E.V.C. Ci stava pensando la Provincia & Comune... con un nulla di fatto. Ecco perché, non è possibile rinunciare allo sviluppo industriale, è invece necessario non solo confermare l’esistente, ma favorire altri insediamenti, naturalmente eco-compatibile, (come lo è sicuramente il rigassificatore) che possano servire a far ripartire, insieme agli altri investimenti negli altri settori, l’economia di questo nostro territorio. Coordinamento UILCEM Petrolchimico
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