10/11/2006 - 09:00:00 -
a cura di Redazione
Una chiave di lettura dell’attuale situazione politica l’ha offerta da Pompeo Molfetta, ex assessore all’Urbanistica, il quale precisa: “Il centrosinistra governa ormai ininterrottamente la nostra città dal 1992. Si tratta di un tempo straordinariamente lungo che ha reso possibile il consolidarsi di un sistema di potere assoluto e praticamente incontrastato. Un potere tanto pervasivo da determinare un consenso sociale ed elettorale fortissimo che ha soffiato come vento di bora sulle vele dei governi che si sono succeduti ed ha consentito a questa città di aprirsi a grandi trasformazioni economiche, culturali e di costume dopo decenni di oscurantismo, di malgoverno e di paura”.
Il centrosinistra di Mesagne è stato per molto tempo la casa comune dei cattolici progressisti, dei liberal-democratici, dei socialisti riformisti, dei postcomunisti, degli ecopacifisti e di ogni altra esperienza progressista di base che cresceva nella città. Un centro sinistra capace di far sentire tutti protagonisti e di aprire la strada ad un grande movimento di partecipazione democratica.
“E’ vero – continua Molfetta - Tutto questo noi non lo abbiamo rimosso anzi ne rivendichiamo con fierezza una seppur piccola parte di merito. Ma, in un tempo così lungo, le lusinghe del potere possono ottundere la ragione anche degli uomini più sagaci. Succede così che ad un certo punto il centrosinistra inanella una serie clamorosa di errori che fanno perdere la bussola; la sua classe dirigente si avvita su se stessa e, per puro istinto di conservazione, avvia un processo inesorabile di burocratizzazione e accentramento del potere che la spinge nel vicolo cieco in cui oggi si dimena. Gli episodi che emblematicamente segnano l’inizio della crisi risalgono, a mio giudizio, a tre episodi chiave avvenuti alcuni anni fa: la fuoriuscita dalla maggioranza dell’allora Partito Popolare, la fragorosa caduta del governo di Franco Damiano, la mancata rielezione a deputato dell’onorevole Faggiano”.
Quindi precisa: “Tutti questi episodi sono legati da un filo rosso e rimandano alla “madre” di tutte le questioni: l’egemonia dei Ds, egemonia politica nella fase del “rinascimento mesagnese”, egemonia di potere nella fase attuale di restaurazione. Mario Sconosciuto rinuncia alla sua candidatura, esce di scena con stile e con garbo ma per cedere il passo al “politico di razza” e soprattutto ai Ds”.
|
DemoAgency