12/06/2006 - 07:00:00 -
a cura di t. Cav.
L’ospedale “San Camillo De Lellis” di Mesagne, ridimensionato dal Piano ospedaliero dell’ex giunta Fitto, ancora non decolla. Questo nonostante le promesse prelettorali espresse dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, venuto in visita proprio in quel nosocomio che una volta era il fiore all’occhiello della sanità provinciale ed oggi è svuotato di molti reparti e professionalità. Se ne sono accorti i cittadini lo sanno bene i politici. Così, mentre nel centrodestra non si assiste a nessuna iniziativa politica a favore dell’ospedale, il centrosinistra si muove e convoca un tavolo pubblico intorno al quale sono stati chiamati a sedersi coloro che hanno responsabilità politica nella regione Puglia.
Il tutto per cercare di imprimere una svolta su tale questione, rilanciando il “San Camillo de Lellis” nei suoi segmenti di acquisita eccellenza. Promotore dell’iniziativa è stato il Consigliere regionale dei Ds, Vincenzo Montanaro, che ha convocato un incontro, in agenda per mercoledì prossimo alle ore 17,30, nella residenza municipale, tra i vertici dell’Ausl BR/1, rappresentata dal direttore generale, Guido Scoditti, il direttore amministrativo e il direttore sanitario, e i rappresentanti istituzionali del centrosinistra mesagnese. Oltre allo stesso Vincenzo Montanaro, il quale introdurrà gli argomenti all’ordine del giorno, presenzieranno alla riunione anche il sindaco, Mario Sconosciuto, e il vice sindaco, Giuseppe Indolfi, il vice presidente della Provincia di Brindisi, Damiano Franco, i Consiglieri provinciali Ernesto De Francesco, Francesco Mingolla e Tony Matarrelli, il consigliere regionale, Enzo Cappellini.
“Il problema dell’Ospedale di Mesagne, chiuso con una scelta sciagurata dal Piano di Riordino Ospedaliero perseguito e realizzato dalla giunta Fitto – spiega il consigliere regionale Vincenzo Montanaro - rimane in piedi ed anzi assume un carattere di scottante urgenza alla luce dei quotidiani disservizi che gravano sulla pelle dei cittadini del territorio, i quali devono anche subire il sovraffollamento dei reparti oltre a ritardi, manchevolezze, piccole storie di ordinaria impotenza”.
|