24/11/2006 - 20:05:00 -
a cura di R. Cav.
Con riferimento al programma di lotta contro il Rhynchophorus ferrugineus (il parassita che sta distruggendo le palme) si fa presente che l’indicazione rispetto ai diversi metodi di lotta individuati è stata inviata alla Multiservizi S.p.A. lo scorso 06/11/2006.
Il sistema di lotta integrata individuato dall’Amministrazione comunale di Brindisi comprende, oltre l’abbattimento degli esemplari morti, anche la lotta chimica, attraverso l’esecuzione di trattamenti insettici; l’uso delle trappole ormonali; la diffusione di insetticidi sistemici ad assorbimento radicale; la collocazione di piccoli sacchettini di juta contenenti natlalina.
In relazione a quanto apparso sulla stampa locale, si evincerebbe che quello della naftalina è il più efficace, il più razionale e il più visibile tra gli interventi previsti.
Invece, occorre fare chiarezza sottolineando che nessuna delle tecniche di lotta ha dato evidenti risposte risolutive, che quello della naftalina è solo uno l’ultimo delle operazioni previste dal citato programma di lotta.
L’abbattimento e la bruciatura del materiale vegetale, insieme al trattamento insetticida, sono i primi interventi in senso assoluto consigliati e condivisi dai più qualificati tecnici della materia.
Poi, il maggior rigore nell’esercizio della lotta antiparassitaria, consiglia e impone di proseguire con l’uso delle trappole sessuali. Una tecnica consistente nell’allocare, nei pressi delle piante, dei piccoli contenitori all’interno dei quali si trova un erogatore di ormoni sessuali di aggregazione maschile. La diffusione nell’ambiente di questo ormone prodotto sinteticamente (4 – methyl – 5 – nonanolo + 4 – methyl – 5 – nonanone.) attrae sia le femmine che i maschi in questi piccoli contenitori da cui, una volta dentro, non riescono più ad uscire.
Infine, quella della naftalina è solo un metodo di lotta che sfrutta l’azione repellente di questo idrocarburo aromatico. Ma se spontaneamente si è portati a ritenere che quest’ultima sia la forma di intervento più visibile ed efficace, perché si riporta agli antichi ricordi o racconti delle massaie che utilizzavano la naftalina appunto come antitarlo nei cassetti o negli armadi ben chiusi proprio per proteggere il vestiario in genere, nella fattispecie si deve comunque tenere ben presente che all’aperto la naftalina evapora velocemente e la sua azione è molto attenuata rispetto ad un ambiente chiuso.
Quindi non a caso quello della naftalina è ritenuta l’ultima delle operazioni previste dal programma di lotta.
Ad ogni buon conto, avendo già effettuato:
l’abbattimento delle piante colpite (e si continuano ad abbattere quelle di nuova infestazione);
il trattamento antiparassitario con insetticidi consentiti in ambiente urbano;
la collocazione delle trappole sessuali;
la distribuzione per via radicale di insetticidi assorbiti per via radicale;
rimane da ultimare la collocazione dei sacchetti di juta di naftalina, peraltro già disposti sulle alberate di Viale Regina Margherita, Piazzale Lenio Flacco, Viale Americo Vespucci.
Il compito dell’ufficio è quello di rimanere continuamente in contatto con chi, con fondamenti tecnici e scientifici, si preoccupa di trovare la definitiva soluzione.
|