26/11/2006 - 12:00:00 -
a cura di Redazione
Nella tarda mattinata di ieri anche il movimento A Sinistra ha presentato il suo candidato sindaco. E’ il cinquantenne Pompeo Molfetta, medico e politico di professione, per dieci anni presidente della commissione consiliare “Uso e assetto del territorio” e per alcuni anni assessore all’Urbanistica della giunta Sconosciuto. Molfetta è il moralizzatore della politica mesagnese.
Alla città lo ha presentato il segretario cittadino, Graziano Santoro, il quale ha spiegato che: “A Mesagne non ci sono state le condizioni politiche per ristabilire una unità del centrosinistra perciò abbiamo fatto la scelta, faticosa, di correre da soli. Una unità che sarebbe stata importante per sconfiggere le destre, che noi riteniamo inadeguate per governare la città e pericolose per il vivere sociale e civile. Riteniamo, tuttavia, necessario un profondo rinnovamento della coalizione del centrosinistra. Un rinnovamento che non c’è stato per questo abbiamo ritenuto che un contributo positivo alla dialettica politica può arrivare da noi che abbiamo deciso di stare al di fuori della coalizione. Queste le ragioni della nostra scelta. Sottolineo che non ci sono ragioni personali ma solo posizioni politiche differenti”.
Quindi è Pompeo Molfetta a prendere la parola e spiegare la ragione che hanno spinto A Sinistra a correre da solo con un proprio candidato sindaco.
“Io sono parte di un gruppo forte, coeso ed omogeneo che ha sviluppato un percorso politico che lo ha portato ad una scelta difficile di cui siamo orgogliosi. Una scelta fatta in controtendenza, un pochino rivoluzionaria, in un contesto in cui c’è un arretramento della politica sul piano generale e locale in cui gli spazi di partecipazione sono sempre più stretti in cui si nota una fuga dalla cosa pubblica mentre le gerarchie cercano di autoconservarsi. In questo contesto noi dobbiamo essere presenti sullo scenario della politica provinciale e locale con una connotazione precisa”.
Quindi avete abbandonato i poteri forti della politica. “Certamente – risponde Molfetta – perché i poteri forti si intendono e si omologano. Bisogna sfuggire da logiche corporative e consociative. Il centrosinistra mesagnese non ci ha permesso di restare al loro interno con questa nostra caratterizzazione ideale di chi sta nella politica per rendere un servizio. Purtroppo da alcuni anni Mesagne ha smarrito il principio di cittadinanza attiva che è stato frustato da logiche clientelari e meccanismi di sottogoverno che hanno sfilacciato il patto di solidarietà sociale che era stato il grande motore del centrosinistra per il cambiamento della città”.
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