27/11/2006 - 09:16:00 -
a cura di Redazione
Alcuni olivicoltori mesagnesi sono preoccupati dei danni che i cacciatori gli stanno procurando negli oliveti dove il prodotto che giace sul terreno è calpestato in maniera tale da non poter più essere raccolto.
Per carità i cacciatori non sono tutti di quelli che sparano ad altezza d’uomo, com’è avvenuto alcuni giorni addietro a Mesagne in cui è rimasto ferito al volto un agricoltore, o di quelli che
sforacchiano per vandalismo i lampioni della pubblica illuminazione, com’è accaduto in contrada San Nicola-Ferrizzuolo, ma la preoccupazione è davvero alta.
“Sono proprietario di alcuni ettari di oliveto in contrada Masseria Grande – spiega un agricoltore mesagnese – e nel mio oliveto il sabato e la domenica non si può lavorare per timore di divenire il facile bersaglio dei cacciatori”.
Un oliveto che si trova in una zona particolarmente foriera di selvaggina. “Certo. I cacciatori arrivano in una decina e circondano l’oliveto – racconta l’agricoltore – incuranti della gente che sta lavorando. Poi uno di loro entra nell’oliveto e getta alcuni petardi. Lo scoppio fa alzare in aria tutti gli uccelli presenti che sono sparati al volo dai cacciatori. Inutile dire che sul terreno restano centinaia di cartucce vuote poiché nessuno le raccoglie, come invece è previsto dalla legge”.
Secondo lei cosa bisognerebbe fare per risolvere la situazione. “Sicuramente maggiori controlli. Specialmente da parte del Corpo forestale dello Stato deputato alla vigilanza delle campagne il quale ha al suo interno le giuste professionalità giuste per farlo. Perché se polizia e carabinieri controllano la città altri debbono controllare i terreni agricoli. Differenti forme di controllo sono del tutto atipiche ed insufficienti a risolvere tale problema”.
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