27/11/2006 - 22:00:00 -
a cura di Giusy Cervellera
Anteprima in Vaticano per Nativity, film
diretto dalla regista americana Catherine Hardwicke, con la sedicenne
Keisha Castle-Hughes nei panni di Maria e Oscar Isaac, in quelli di
Giuseppe, sulla storia della nascita di Gesù.
Il film, quasi
interamente girato a Matera, nel Parco della Murgia, proprio come “La
Passione” di Mel Gibson racconta il contesto storico ed i protagonisti
del miracoloso avvenimento, e si sviluppa in diverse fasi: l’
adolescenza di Maria, il suo fidanzamento con l’anziano Giuseppe, l’
annuncio dell’Angelo, la visita ad Elisabetta, il lungo ed impervio
viaggio dei due sposi da Nazareth verso Betlemme, luogo del lieto
evento, la fuga in Egitto.
La bellezza del film consiste nel saper
narrare la vita reale, quotidiana, dei protagonisti, spesso travisati
da iconolatre pellicole cinematografiche: uno dei messaggi che Nativity
vuole trasmettere è la profonda umanità dei due protagonisti. E tornano
alla mente le pagine di Don Tonino Bello “Maria, donna dei nostri
giorni”, in cui le ansie, le paure, le difficoltà, i dialoghi di Maria
sono in sintonia con quelli di oggi.
E non pochi sono i riferimenti all’
attuale situazione sociopolitica: Giuseppe, un uomo del suo tempo, che
accetta con fede la gravidanza per opera dello Spirito Santo della sua
promessa sposa, ed in un sogno ambiguo si pone come difensore di Maria,
destinata alla lapidazione per il suo peccato: segnale chiarissimo ai
fondamentalismi in Medio-Oriente.
Oculata la scelta di un cast
multietnico: la Castle-Hughes è neozelandese di origine maori, Isaac è
guatemalteco, e Aghdashloo, l’interprete di Elisabetta è iraniana. Un
invito a riscoprire il senso ed il valore della pluralità di culture?
Un film che ha ricevuto sostanzialmente il placet dagli ambienti
vaticani e dagli esperti della comunicazione legati al mondo cattolico,
se non fosse però per la sofferenza di Maria durante il parto, che
contrasta con il dogma stabilito nel 553 che vuole Maria vergine anche
nel parto.
Ma, poca cosa rispetto ad attacchi ben più gravi che la
Chiesa ha ricevuto ultimamente da pellicole e stampe.
Prima della
proiezione ad intrattenere gli alti prelati, ed un numero ristretto di
invitati, magistrale lettura dei Vangeli della natività da parte di un
emozionato Gigi Proietti, ed una commovente preghiera natalizia scritta
da S.E. Mons. Angelo Com’astri, Arciprete della Basilica Vaticana.
Occasione mondana non priva di una finalità benefica: durante la serata
è stata lanciata una raccolta di fondi per la costruzione di due scuole
nel villaggio di Mughar in Galilea, dove convivono cristiani, drusi e
musulmani.
Dal 1° Dicembre nei circuiti cinematografici
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