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Il Banchiere dei Poveri
03/12/2006 - 10:00:00 - a cura di Luigi Bonatesta
Come quando spesso accade….. la realtà supera la fantasia! Lo stesso protagonista di questa straordinaria avventura, nemmeno nella visione più ottimistica del suo progetto iniziale, avrebbe mai potuto immaginare ciò che nella realtà ha saputo costruire. Un‘istituto di credito fondato in Bangladesh che rivoluziona la visione economica e capitalista dei servizi bancari. Il Bangladesh: Il Bangladesh ha un'estensione territoriale relativamente modesta per una popolazione molto numerosa. Dei 128 milioni di abitanti circa 50 milioni hanno meno di 14 anni. Nonostante negli ultimi anni si sia avuto stabilmente un tasso di crescita economica intorno al 5%, il Bangladesh vive ancora forti condizioni di povertà causata anche dall'alta concentrazione di abitanti (quasi uno per metro quadrato) e da una urbanizzazione brusca e in crescita costante. Negli ultimi due anni le già gravi inondazioni stagionali si sono intensificate per l'aumento della piovosità e per la deforestazione, con dimensioni drammatiche nel 2004 e 2005, quando intere regioni sono rimaste senza acqua per oltre tre mesi aggravando una situazione generale già difficile. Dei quasi 50 milioni di bambini dai 0 ai 14 anni, circa 30 milioni vivono in situazioni di povertà, senza la possibilità di accesso all'istruzione o alle cure mediche di base. Per le donne, spesso, il matrimonio è la sola fonte di sostentamento, e il 58% si sposa tra i 16 ed i 18 anni. Il protagonista: Il Professor Yunus nasce nel 1940 a Chittagong, il porto mercantile più importante del Bangladesh, città di tre milioni di abitanti. Di famiglia benestante e terzo di 14 figli, studia nella sua città e dopo la Fulbright, consegue il dottorato all’università Vanderbilt di Nashville, nel Tennessee. Nel 1972 diventa capo del dipartimento economico dell’università di Chittagong. Dopo quasi un decennio d’insegnamento, pur continuando a svolgere la sua professione di docente universitario con passione e continuo aggiornamento, professionale inizia a constatare un completo distacco dalla realtà delle teorie economiche da lui studiate e che insegnava ai propri studenti. La povertà regnante nel villaggio circostante l’università porta il professor Yunus a una serie di riflessioni che gli fanno maturare la drammatica consapevolezza che nessuna delle teorie economiche che aveva studiato e che continuava ad insegnare peraltro con passione forniva una possibile soluzione alla drammatica situazione di povertà regnante nel suo paese. Allora con l’aiuto di alcuni suoi collaboratori e alcuni studenti, ….torna lui stesso studente, cioè a studiare e a cercare una possibile soluzione per aiutare i poveri. Il professor Yunus, esamina la realtà di un vicino villaggio, il villaggio di Jabra, iniziò a “intervistare” alcuni abitanti per lo più donne, nonostante le logiche difficoltà e diffidenze sia della popolazione maschile, ma anche e soprattutto della stessa popolazione femminile, schiava di un concezione di donna utile solo a combinare matrimoni e a nascondersi nelle “mura” di casa. I primi risultati sono per il professor Yunus e i suoi collaboratori sconvolgenti: 42 persone riuscono a stento a sopravvivere grazie a prestiti totali pari a 856 taka (moneta locale) pari a meno di 27 dollari. Tra i tanti numeri che oggi caratterizzano la Grameen Bank, questi numeri sono le fondamenta della banca. Meno di 27 dollari l’anno sono sufficienti a 42 famiglie a sopravvivere, acquistare beni di prima necessità e svolgere un attività artigianale. Prestiti concessi da usurai che impediscono loro qualsiasi possibilità di risparmio, con ovvie e drammatiche conseguenze in caso di malattia di uno solo dei membri della famiglia che determina l’interruzione dei prestiti stessi. Sicuramente non dal punto di vista giuridico, ma nella sostanza, è qui che nasce qui Grameen Bank, con prestito di 27 dollari: consegnò ad un’abitante, a Maimuna i 27 dollari chiedendo di distribuirli alle quarantadue famiglie che hanno avuto modo di liberarsi dagli strozzini, e iniziare a risparmiare accantonando i ricavi delle vendite dei loro prodotti. Il Professor Yunus si rende conto però che il gesto da lui compiuto è molto più vicino ad un'elemosina, un gesto che semmai può sollevare la coscienza individuale e aiutare solo all’istante un mendicante. Iniziano così alcuni colloqui con alcuni alti rappresentanti delle banche locali, nel tentativo di coinvolgerle per un aiuto permanente alla popolazione. Ma ciò che sostiene il professor Yunus è per loro inaccettabile: Nessuna garanzia, Donne destinatari dei prestiti, Analfabetismo dei richiedenti. Come può una banca concedere un prestito seppur minimo? Yunus si accorse che un pugno di dollari in più o in meno fanno la differenza fra la vita e la morte. Nasce il concetto di microcredito. Però le banche non prestano ai poveri, neanche se si tratta di mezzo dollaro a persona! (è infatti noto che, per avere un prestito da una banca, bisogna dimostrare di non averne bisogno). Tanto più se si tratta di donne musulmane, indù o buddiste che non possono presentarsi allo sportello senza il padre o un marito. Allora il professore decide di andarci al posto loro. Gli incontri con le autorità bancarie rivelano che gli istituti di credito prestano, solo ai ricchi, denaro pubblico o fornito da enti internazionali (come il famoso Fondo Monetario Internazionale) che non viene rimborsato perché ogni nuovo governo azzera i debiti per mantenere le tradizionali promesse elettorali. Così si spiegano le donazioni internazionali, che vanno dalle tasche dei poveri dei Paesi ricchi alle tasche dei ricchi dei Paesi poveri. A furia di insistere Yunus trova appoggio presso la Banca Agricola del Bangladesh. Può partire il primo esperimento di microcredito, concordato sulla parola con delle nullateneti analfabete e perciò incapaci di firmare un modulo. Curioso che Yunus si affidi alle donne in una società tradizionale maschilista come quella dei villaggi del Bangladesh; viene spiegato nel capitolo intitolato ``Perché prestare alle donne invece che agli uomini, è meglio perché queste: si preoccupano di costruire un futuro migliore per i figli, dimostrano di avere maggiore costanza nel lavoro. La povertà e la fame riguardano più loro che non gli uomini, i quali appena hanno un reddito superiore a quello di sopravvivenza, pensano a soddisfare bisogni personali. Nel 1976 parte l'esperimento Banca Grameen, cioé ``Banca Rurale'' (gram=villaggio), che si impegna a gestire con la formula del microcredito i quattromila dollari dati dalla Banca Agricola del Bangladesh. Yunus e i suoi laureandi cominciano a reclutare i clienti a gruppi di cinque donne. Ognuna riceve pochi dollari e il suo gruppo è per lei (che spesso è spaventata perché non ha mai visto altro che monete) fonte di coraggio, solidarietà e controllo. Per reclutarle è necessario superare l'ostilità degli usurai, dei mullah (capi religiosi) e dei mariti. Le donne sono segregate e le studentesse che vanno nei villaggi a parlare con loro sono considerate poco di buono. Ma il passaparola funziona. Le donne sanno che se non rimborsano il debito, non ci saranno penali: l’unica punizione è che sarà non contrarne un altro. Una rivoluzione per i tradizionali capitalisti e istituti di credito, una rivoluzione quella del microcredito che inizia a varcare i territori nazionali, arriva persino negli USA Nel 1997 a Wasghinton il primo vertice mondiale del micro credito. Nel 2006 l’assegnazione del nobel per la pace Un bengalese che insegna agli occidentali come affrontare e cercare di risolvere la povertà, non con elemosina, non con assistenzialismo, non con corsi di formazione inutili, o meglio utili solo a creare un subdolo mercato parallelo, di cui i poveri non sono i beneficiari, bensì ancora una volta le vittime. Uno schiaffo alla presunta superiorità della cultura americana e occidentale. Ma i numeri sono sotto gli occhi di tutti: un decimo della popolazione totale del Bangladesh hanno ricevuto micro prestiti dall’80 ad oggi. il 92% della Banca appartiene ai suoi ex debitori. 7 milioni di clienti di cui il 97% donne. 2300 “filiali” che coprono l’86% del totale dei villaggi del Bangladesh. Ma l’affascinante avventura ha portato anche alla costituzione di numerose aziende come la compagnia di telecomunicazione che permetta la diffusione della telefonia in molti villaggi. Insomma una vera e propria rivoluzione senza guerre ! Il libro edito nel 2000 da Feltrinelli (ed economica € 8). Per approfondimenti: http://www.grameen-info.org
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