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RIGASSIFICATORE: NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO OCCORRE UN IMMEDIATO INTERVENTO GOVERNATIVO
03/12/2006 - 17:00:00 - a cura di Michele Di Schiena - Doretto Marinazzo - Giorgio S
Nessuna informazione ai cittadini che non hanno così avuto alcuna opportunità di partecipazione ad un progetto che tocca interessi vitali del territorio, nessun coinvolgimento degli organi collegiali democratici degli Enti locali, trattative e procedure svoltesi nei meandri di alcuni “Palazzi”, nessuna propensione a far prevalere l’interesse generale sugli interessi di privati, mancato espletamento della doverosa “Valutazione d’Impatto Ambientale”, vizi procedurali che non possono essere fatti valere giudizialmente dalle rinnovate amministrazioni locali per scadenza dei termini, apertura di un inchiesta penale tuttora in corso da parte della locale Procura della Repubblica per l’accertamento di eventuali reati che avrebbero potuto condizionare la procedura amministrativa: è questa la carta d’identità dell’autorizzazione a sua tempo concessa dal governo Berlusconi per la costruzione del rigassificatore a Brindisi. Una carta d’identità che si “arricchisce” sempre più di inquietanti connotati: campagne persuasive di cultura colonialistica da parte della LNG – British Gas, inammissibili interferenze estere, pesanti pressioni di poteri forti e, da ultimo per un apprezzabile intervento della Provincia di Brindisi tramite l’ARPA, la scoperta del grave inquinamento della falda acquifera nello specchio di mare sul quale la LNG sta tranquillamente, senza alcun doveroso controllo preventivo, realizzando la colmata, non tenendo in alcun conto le proteste delle popolazioni interessate, le ferme prese di posizione dell’amministrazioni locali e della Regione Puglia e persino gli annunci ufficiali da parte dell’attuale Governo di imminenti decisioni che dovrebbero essere prese tenendo nella dovuta considerazione la peculiarità e la gravità del caso-Brindisi. In questa situazione la realizzazione del rigassificatore nel nostro porto, a ridosso della città e in una zona dichiarata ad alto rischio di incidente industriale, sarebbe un atto di irresponsabilità che mortificherebbe le ragioni della più elementare giustizia ed un gravissimo “vulnus” inferto alla dignità non solo di Brindisi e della Regione Puglia ma anche dell’intero Paese. Un attacco a diritti fondamentali con la mortificazione delle autonomie locali costituzionalmente riconosciute e garantite dalla nostra Costituzione. Il segretario della CGIL Puglia Mimmo Pantaleo ha giustamente affermato che, dopo la notizia dell’inquinamento rilevato dall’Arpa, la risposta da Roma non può essere che una sola: LO STOP IMMEDIATO dei lavori preparatori della colmata a mare e la riapertura del procedimento per giungere ad una seria Valutazione d’Impatto Ambientale, una Valutazione – noi aggiungiamo - da interpretare in modo appropriato e quindi estesa all’impatto sociale tenendo in debito conto le scelte delle amministrazioni locali in ossequio al mandato elettorale ottenuto nell’ultima consultazione amministrativa. E la stessa cosa hanno chiesto i rappresentati nazionali di Legambiente i quali hanno invitato il Governo a rivedere le decisioni prese dal precedente Esecutivo per ritirare la concessa autorizzazione. C’è quanto basta ed avanza perché il Governo intervenga immediatamente restituendo serenità e futuro al nostro territorio. Brindisi, 02 dicembre 2006 Michele Di Schiena - Doretto Marinazzo - Giorgio Sciarra
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