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Un pasticciaccio senza A Sinistra
08/12/2006 - 17:00:00 - a cura di Giuseppe Florio
Tant’è. Il centrosinistra mesagnese ha scelto il proprio candidato Sindaco, convogliando entusiasmi e malumori in mirabile dissolvenza sull’Onorevole Cosimo Faggiano, già Sindaco di Mesagne e leone della politica provinciale. Egli si trova oggi a capo di una coalizione profondamente diversa da quella guidata prima da lui, poi da Damiano Franco e infine da Mario Sconosciuto: il dato più rilevante è l’assenza del Movimento “A Sinistra”, tra i soci fondatori del centrosinistra originario, oggi in posizione di conclamata rottura col centrosinistra così modificato; un altro dato significativo è la composizione dell’attuale schieramento, una sorta di grosse koalition di partiti, movimenti e liste personalistiche che trae in qualche modo ispirazione dai riferimenti nazionali: pessima ispirazione, evidentemente, poiché anche a livello nazionale l’idea di un gruppo così affollato ed eterogeneo dà l’idea di un pout-pourri piuttosto che di un amalgama coerente e qualitativo. L’immediata risultanza è dunque un vistoso spostamento dell’asse politico verso la destra dell’arco costituzionale, derivato in buona misura dall’acquisizione senza filtro di esponenti politici e partiti provenienti tout-court dalla parte avversa o magari da quel limbo equivoco che è lo spartiacque tra uno schieramento e l’altro; inoltre i cosiddetti partiti-cespuglio, vale a dire i piccolissimi assembramenti familistici sorti nei dintorni, hanno già avuto modo di presentarsi, chiedendo a gran voce, anche a mezzo stampa, posti in giunta o prebende, posizionandosi sotto il limite minimo di decenza. A fronte allora di un candidato Sindaco di eccezionale qualità, il centrosinistra appare privo di smalto: sempre forte ed agguerrito sul piano della captazione del consenso, ma debole o addirittura scadente da un punto di vista delle motivazioni ideali e delle pulsioni etiche. Probabilmente la responsabilità dell’attuale situazione è da ripartirsi tra tutti i protagonisti delle vicende che si sono stratificate via via fin qui: i Democratici di Sinistra, A Sinistra e, in parte minore, Rifondazione Comunista. L’analisi avanzata da alcuni esponenti di A Sinistra è in buona parte condivisibile, almeno fin dove le forzature non divengono stridenti. Ripercorrendo i fatti degli ultimi anni, costoro descrivono la progressiva ed inarrestabile degenerazione del centrosinistra, avvenuta però incredibilmente senza che intelligenze così eminentemente acute come quelle espresse da A Sinistra potessero avvedersene. Riteniamo invece che si sia assistito ad una flessione dell’etica pubblica, una specie di calo di tensione misurabile a molti livelli, a partire dall’atteggiamento individuale di alcuni amministratori, per finire alla produzione di irresponsabili atti amministrativi, davanti alla quale A Sinistra ha ritenuto di poter resistere in vista del conseguimento di obiettivi più congrui. La succesiva strutturazione di una Rifondazione Comunista cospicua, magari più elettoralmente che sul piano politico, ha polarizzato l’attenzione del partito di maggioranza relativa, spezzando l’equilibrio solo apparentemente stabile che si era stipulato nel corso degli anni tra DS e A Sinistra: un equilibrio fondato sulla collaborazione, e talvolta sulla contaminazione, ma evidentemente non sulla fiducia. Per i DS diveniva più comodo un interlocutore partitico (e quindi responsabile) di un alleato libero da vincoli, imprevedibile, ultimamente bizzoso o inaffidabile. Infatti proprio le esternazioni a mezzo stampa hanno in qualche maniera certificato che A Sinistra, fino ad allora forza di lotta e di governo, sceglieva di abbandonare il governo a favore di una lotta senza quartiere, talvolta opportuna e nobile, altre sopra le righe o addirittura dissennata. In questo contesto, dunque, l’inedito sodalizio tra DS e Rifondazione ha offerto rinnovate garanzie di stabilità a sinistra perdendo però di vista il bene dell’unità delle forze progressiste ed anche quello del rafforzamento della qualità etico-politica del centro-sinistra, che ha toccato il punto più basso proprio in questo scorcio di legislatura. I Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista e A Sinistra hanno ciascuno il personale politico all’altezza per le sfide che si presentano nell’imminente futuro: uomini di lungo corso e giovani brillanti possono, insieme, coniugare esperienza e passione politica, recuperando l’unica dimensione possibile, quella dell’impegno civile disinteressato. La storia di Mesagne degli ultimi tre lustri dimostra come l’azione politica del centrosinistra sia stata maggiormente efficace (in termini di benessere procurato alla Città e ai cittadini) quando l’elaborazione tematica ha volato alto, di concerto tra persone di buona volontà; quando gli intenti comuni sono stati ispirati all’inclusione, alla giustizia sociale, alla tutela della legalità; quando il particulare di ciascuno è stato assorbito dall’interesse generale. Il candidato Sindaco Cosimo Faggiano ha già dimostrato di saper ben fare il Sindaco modulando il proprio agire pubblico su questi canoni, motivando la classe politica sulle opportunità e non sull’opportunismo: faccia ugualmente, scrollandosi di dosso pesi e parassiti.
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