09/12/2006 - 09:30:00 -
a cura di Redazione
Ieri, festività dell’Immacolata, i 25 dipendenti di “Conserve Italia” sono rimasti sul posto di lavoro ad occupare quel conservificio che la direzione aziendale vorrebbe dismettere, secondo quanto affermano i lavoratori, dal prossimo 31 dicembre.
Ed anche ieri in fabbrica c’è stato un via vai di sindacalisti e politici pronti a portare la loro solidarietà, umana ed istituzionale, ai lavoratori. Intanto qualcosa si è mosso. Domenica a mezzogiorno l’assessore regionale all’Agricoltura, Enzo Russo, sarà nel conservificio per ascoltare le ragioni dell’occupazione aziendale e mettere in atto idonee iniziative, mentre lunedì alle ore 17,30 presso la Provincia di Brindisi è stato convocato un tavolo con i politici locali, sindacalisti e lavoratori. Anche il ministro alle politiche Agricole e forestali, Paolo De Castro, si è mosso promuovendo un incontro con l’azienda. Insomma il destino dei 25 dipendenti fissi e dei 400 stagionali sta a cuore a tutti ed in questo momento, di grave difficoltà gestionale, non si sentono soli ed abbandonati.
“L’azienda come ogni anno ci ha mandato i panettoni per Natale – racconta Lilli Santacesaria, una delle dipendenti più anziane – Li abbiamo rifiutati e li abbiamo rimandati indietro perché l’azienda si è comportata molto male con noi. Eppure noi abbiamo dato tutto a Conserve Italia. Infatti i rappresentanti aziendali, compresi quelli che attualmente dirigono lo stabilimento di Mesagne, non sono al nostro fianco. Anzi”.
“La diversificazione della produzione è possibile – aggiunge Franco Facecchia, responsabile della Rsu – Si possono lavorare i carciofini o i prodotti secchi. Ma la direzione non è interessata alla diversificazione produttiva perché è sua intenzione trasferire la lavorazione del pomodoro sulla loro azienda di Caivano, in provincia di Napoli”.
Intanto il sindaco di Mesagne, Mario Sconosciuto, si è reso disponibile a convocare un Consiglio comunale monotematico per affrontare collegialmente l’argomento. E in una nota precisa: “La Giunta comunale ritiene che non sia in gioco solo il destino dei lavoratori di “Conserve Italia” ma dell’intero comparto agro-industriale che rappresenta il settore fondamentale per il rilancio dello sviluppo economico del nostro territorio”.
Solidarietà è arrivata anche dai Democratici di sinistra. Il segretario, Anna Maria Scalera evidenzia: “La solidarietà politica ed istituzionale ha già sortito i primi risultati concreti. Governo, Regione, Provincia e Comune, all’unisono, hanno convocato i vertici aziendali lunedì 18 dicembre, per trovare una via d’uscita alla situazione di crisi. I partiti del Centrosinistra, consapevoli dell’importanza strategica del settore agroalimentare, saranno al fianco di Cgil-Cisl-Uil, nelle iniziative di lotta che unitariamente intraprenderanno. Invitano, altresì, le istituzioni territoriali ad aprire un confronto con le organizzazioni datoriali e le associazioni professionali per rilanciare l’importanza dello sviluppo agroindustriale nel nostro territorio”.
Per il capogruppo regionale della Margherita, Enzo Cappellini: “Non è possibile che uno stabilimento importante come questo debba lavorare solo il pomodoro. Qui vi sono le condizioni per la lavorazione di altre colture. Questa situazione mette le istituzioni di fronte alle proprie responsabilità ecco perché oggi bisogna porre le basi per un futuro sereno” e l’assessore Fabrizio Dipietrangelo aggiunge: “La cosa che mi lascia perplesso è che l’azienda voleva attivare un tavolo col ministero del Lavoro. Questa circostanza evidenzia gli obiettivi reali che ha l’azienda in quanto, evidentemente, ha già in mente la dismissione del conservificio di Mesagne”. Sulla vicenda è intervenuto il segretario generale della Uil di Puglia, Aldo Pugliese, che spiega: “Noi crediamo che questo stabilimento possa avere un potenziamento notevole con l’affermazione sul mercato”.
Critica verso il governo di centrosinistra la Casa delle Libertà la quale commenta: “Non possiamo non sottolineare che la scesa in campo di tutto il gotha del centro sinistra è stato tardivo ed intempestivo. La crisi che avvolge la città, nella sua interezza, in tutti i comparti da quello agrindustriale a quello artigianale, per non parlare di quello commerciale, doveva essere al centro dell’attenzione politica in questi anni di silenzi, inefficienze, incapacità dell’assessorato allo sviluppo economico retto dal diessino Zuffianò a cui abbiamo sempre chiesto e sollecitato un piano generale di interventi mai visto, né ascoltato. Si è pensato ad organizzare feste, luminarie, fuochi d’artificio ed altro non pensando ai nodi strutturali che affliggono la città”.
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