09/12/2006 - 15:49:00 -
a cura di R. Cav.
Dopo aver ascoltato i lavoratori in lotta abbiamo avuto l’impressione che sul tema dell’agro-industria si sia consumata in questi anni una grande mistificazione della realtà: da un lato la politica che ha indicato e continua ad indicare il settore come volano di sviluppo per il territorio, dall’altro il mercato globalizzato che invece questo territorio ha già di fatto depredato.
Siamo purtroppo inconsapevolmente entrati nell’era post-agro-industriale, con le produzioni che crollano, le fabbriche che chiudono e gli operai che rischiano il posto di lavoro. E’ evidente che in questa partita c’è qualcuno non ha propriamente centrato i propri piani di sviluppo aziendale, qualcun altro che mira a spostare altrove i propri insediamenti per ragioni non propriamente di mercato e qualcun altro che su questi processi non ha vigilato come avrebbe dovuto.
La solidarietà dovuta ai lavoratori che rischiano di perdere l’occupazione stabile o stagionale purtroppo non ci lava la coscienza dalle nostre responsabilità di forza politica, che su questi temi ha troppo spesso delegato fidando nella sensibilità e nella competenza di Istituzioni che si sono spesso dimostrate improvvide o distratte. E’ un errore che speriamo di non commettere più.
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