15/12/2006 - 09:20:00 -
a cura di Redazione
Non hanno dormito giovedì notte i carabinieri di Mesagne e del reparto operativo di Brindisi per cercare di battere le piste lasciate ancora calde dal commando composto da cinque individui, ma non si esclude che vi siano stati altri complici a poca distanza pronti a coprire la fuga, che mercoledì sera ha fatto irruzione in una villetta, ubicata sulla provinciale che collega Mesagne a Latiano, ed ha rapinato sotto la pressione delle armi, al proprietario dell’azienda commerciale, circa 23 mila euro. Un commando ben organizzato e determinato a portare a segno il colpo che ha pianificato per tempo la sua azione. Strana appare la circostanza che i delinquenti sapessero di poter trovare in azienda un bottino così cospicuo. Per tale motivo non si esclude che l’azione sia stata diretta da qualcuno che conosceva bene le abitudini aziendali. Insomma un basista. Fattore, questo, non confermato dalle forze dell’ordine le quali stanno lavorando alacremente per cercare qualche elemento utile che possa fargli imboccare la giusta pista investigativa.
Intanto anche i carabinieri hanno effettuato una serie di perquisizioni, controlli e verifiche nella speranza di poter trovare elementi di collegamento con il commando che ha effettuato la rapina.
La rapina è avvenuta poco dopo le ora 20 e 30 di mercoledì in una villetta di proprietà del signor Carbone C., proprietario dell’autosalone “Rizzo Srl” collocato di fronte alla residenza familiare. Qui un commando composto da cinque individui, ed armato di pistole e fucili a canne mozze, è giunto dalla parte retrostante dell’abitazione. Dopo aver scavalcato la recinzione con una cala si è portato nei pressi della villetta del proprietario, ha aspettato che qualcuno aprisse il portone di ingresso per uscire nel giardino e vi ha fatto irruzione. All’interno c’era il proprietario, il figlio a la fidanzata di quest’ultimo. Sotto la minaccia delle armi hanno chiesto al proprietario di aprire la cassaforte. Alla sua iniziale reticenza hanno risposto colpendolo alla testa con il calcio della pistola e schiaffeggiando la ragazza. Il commerciante, a questo punto, non ha potuto fare altro che aprire la cassaforte e consegnare il denaro depositato. Circa 3 mila euro. Cifra che ai banditi è sembrata irrisoria giacchè si aspettavano un bottino ben più cospicuo pertanto hanno minacciato di sequestrare e portare con loro la donna. A quel punto il signor Carbone ha uscito la restante somma depositata in casa: circa 20 mila euro. I malviventi, di cui solo due parlavano senza particolari accenti dialettali mentre gli altri tre sono rimasti sempre muti, li hanno chiusi in un ripostiglio e sono fuggiti dalla parte retrostante della villa a bordo di almeno due fuoristrada con i quali si sono dileguati nelle campagne circostanti.
Intanto i proprietari hanno lanciato l’allarme antirapina e sul posto è giunta un’auto della “Vigil Nova” la cui guardia li ha liberati ed ha avvertito la centrale operativa dei carabinieri i quali sono giunti sul posto in forze. Da un primo esame dei fatti sembra che ad operare siano stati professionisti giunti da fuori città. Probabile, tuttavia, proprio per la disinvoltura con cui si sono mossi i banditi e per le informazioni in loro possesso che all’interno della banda vi siano soggetti residenti nei due comuni limitrofi: cioè Mesagne e Latiano. E da qui sono partite le indagini.
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