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Il Comune di Brindisi e la gestione dei rifiuti
14/06/2006 - 18:58:00 - a cura di Redazione
Si è svolto, a Palazzo di Città, il previsto incontro convocato dal sindaco Domenico Mennitti al fine di illustrare la posizione dell’Amministrazione comunale in riferimento alla gestione del ciclo dei rifiuti. Oltre al primo cittadino, erano presenti il segretario generale Giovanni Battista De Cataldo, l’assessore all’Ecologia Antonio D’Autilia ed il dirigente della stessa Ripartizione, ing. Francesco Di Leverano. “L’incontro odierno – ha affermato il sindaco Mennitti – risponde all’esigenza di fare il punto della situazione su un argomento molto delicato, quale è quello della rete integrata dei rifiuti. Ad oggi, in Puglia così come in altre Regioni d’Italia, le competenze in materia di gestione del ciclo integrato di smaltimento dei rifiuti sono affidate ad un Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti che, nel nostro caso, corrisponde al presidente della Regione Nichi Vendola. Il tutto, nella convinzione che, unificando in un solo soggetto le competenze pianificatorie e programmatorie, gestionali e di controllo, fosse possibile raggiungere risultati migliori ed anche in modo più rapido. In realtà, nella nostra Regione, l’emergenza non è superata. Anzi, in alcuni casi si è aggravata. E né il Comune, né la Provincia, né le ATO (associazioni di più Comuni di ambiti territoriali definiti ‘ottimali’) possono fare nulla per risolvere il problema, essendo di fatto rimasti privi delle proprie competenze, soprattutto nel settore dell’impiantistica di smaltimento. Basti pensare che il Comune di Brindisi, pur avendo realizzato in proprio una rete integrata di impianti (discarica, impianto multimateriale per i rifiuti da raccolta differenziata cosiddetta ‘secca’, impianto di compostaggio per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata cosiddetta ‘umida’ ed impianto per la produzione di CDR – combustibile da rifiuti), di fatto si è visto impedire l’avviamento in esercizio, poiché il Commissario per l’emergenza ha avocato a sé le procedure di gara per la messa in esercizio. Gare che - a causa di contenziosi giudiziari e per la decisione di non consentire la chiusura del ciclo con la costruzione di un termovalorizzatore – dopo tre anni si sono concluse con un nulla di fatto. Dopo tre anni di inattività degli impianti, dunque, l’emergenza si è aggravata e gli stessi impianti sono fuori uso o, comunque, obsoleti e, di conseguenza, necessitano di costosi lavori di adeguamento e di messa a norma”. Il sindaco ha, poi, proseguito descrivendo l’attuale situazione in cui versano i quattro impianti presenti a Brindisi: 1) La discarica per il conferimento dei rifiuti solidi urbani ‘tal quali’ è stata costruita dal Comune inizialmente con un finanziamento di tre miliardi di vecchie lire e poi ampliata, ricorrendo all’autofinanziamento, con altri 15 miliardi. E’ stata gestita dallo stesso Comune e per anni ha servito tutti i Comuni della provincia (non solo, quindi, quelli dell’ATO BR/1). Oggi, però, è di fatto esaurita e riceve, ancora per qualche mese, solo i rifiuti del Comune di Brindisi. L’Amministrazione comunale di Brindisi ha predisposto il progetto esecutivo del 4° lotto di tale discarica per un importo pari a 2.500.000,00 di euro, sufficienti a servire tutti i Comuni della Provincia (la discarica di Francavilla Fontana è prossima all’esaurimento). L’Ufficio del Commissario Delegato ha approvato il progetto, autorizzandone l’esecuzione, ma l’ATO ad oggi, pur avendolo verbalmente promesso, non ha ancora formalmente assicurato il relativo finanziamento. “Da rilevare – ha proseguito Mennitti – che anche l’impianto della discarica era posto in gara dal Commissario Delegato e ciò ha finora impedito ogni iniziativa del Comune di Brindisi e/o dell’ATO”. 2) L’impianto “multimateriali” per lo smaltimento dei rifiuti rivenienti da raccolta differenziata cosiddetta “del secco” può essere avviato a gestione con una revisione “leggera”, legata al fermo di oltre 3 anni, con una spesa di circa 100.000,00 euro. 3) L’impianto di compostaggio per lo smaltimento dei rifiuti rivenienti dalla raccolta differenziata cosiddetta “dell’umido”, sul quale è in corso la verifica per la definizione dei costi del necessario adeguamento che, comunque, non dovrebbe essere inferiore ai 2.000.000,00 di euro. 4) L’impianto per la produzione di CDR ( combustibile da rifiuti) è in grado di funzionare perché il Comune si è accollato l’onere di spesa per la “manutenzione conservativa” che è pari 30.000,00 euro al mese (onere che il Comune non è più in grado di sopportare con spesa ulteriore a carico del bilancio comunale). L’impianto è stato progettato e realizzato per la produzione del CDR cosiddetto “tradizionale”, destinato a “recupero energetico” e, quindi, da utilizzare con il previsto “termovalorizzatore”. Accantonato il previsto termovalorizzatore, il problema della messa in funzione dell’impianto è legato alla individuazione di un “utilizzatore” finale del CDR prodotto. “L’Enel – ha detto Mennitti - non accetta il CDR “tradizionale” e, per produrre CDR con le caratteristiche specifiche richieste dalla società elettrica, l’impianto necessita di adeguamenti e di modifiche per una spesa non inferiore a 6.500.000,00 euro. Adeguamenti per produrre CDR di “qualità” (ma non accettato dall’Enel) comporterebbero una spesa di circa 3.500.000,00/4.000.000,00 euro. Il problema – ha proseguito il sindaco – sta nel fatto che soluzioni costose per l’adeguamento e per la gestione degli impianti deteminerebbero inevitabilmente aumenti di spesa per ogni Comune servito che, a loro volta, provocherebbero aumenti ai cittadini delle tariffe TARSU, già molto alte”. Per quanto riguarda, invece, il servizio di raccolta e di trasporto dei rifiuti solidi urbani, L’ATO BR/1 ha espletato la gara per l’individuazione del “gestore unico” per tutti i Comuni che ne fanno parte. L’appalto comprende anche la “raccolta differenziata” e “pacchetti” specifici per ogni singolo Comune dei servizi particolari. L’aggiudicazione definitiva è sospesa, in attesa della definizione del contenzioso giudiziario: il 21/06/2006 è fissata l’udienza del TAR Lecce per la decisione in merito. Nelle more, il Comune di Brindisi ha avviato il servizio in forma provvisoria con la ditta ASPICA che ha presentato l’offerta più conveniente in una procedura di gara ufficiosa. Per ciò che riguarda, invece, il servizio di raccolta differenziata, il Comune di Brindisi ha avviato un progetto di raccolta differenziata finanziato con fondi del Commissario Delegato e con fondi del bilancio comunale. Il servizio, a seguito di gara ad evidenza pubblica, è svolto dalla ditta “RECUPERI PUGLIESI” con l’impiego di 81 unità (esuberi Multiservizi e addetti dei progetti di “stabilizzazione” LSU scaduti).L’appalto, cessato il 30 aprile scorso, è stato prorogato al 30 giugno 2006, con una spesa di 250.000,00 euro mensili a carico totale del bilancio comunale. “Il tutto – ha proseguito il sindaco Mennitti – a causa del fatto che la Regione ha assegnato alla Amministrazione Provinciale i fondi derivanti dai proventi dell’ecotassa per il finanziamento di un autonomo progetto di raccolta differenziata dell”umido”, peraltro non ancora avviato. Oggi il Comune di Brindisi, venuto meno il sostegno del Commissario Delegato e della Regione, non è più in grado di accollare al solo bilancio comunale la spesa di 3.000.000,00 di euro su base annua. Il servizio, svolto finora con risultati eccellenti (30% di raccolta differenziata), è, quindi, a rischio, così come sono a rischio gli 81 posti di lavoro dei dipendenti della Recuperi Pugliesi”. Per tutti questi motivi, il Comune di Brindisi ha predisposto, su richiesta dell’Ufficio del Commissario delegato per l‘emergenza ambientale, stime e costi di adeguamento degli impianti esistenti e per la prosecuzione del servizio di raccolta differenziata, racchiudendoli in tre possibili scenari, le cui priorità sono così state individuate dalla stessa Amministrazione comunale (sebbene la scelta finale appartenga al Commissario delegato): 1) Finanziamento immediato del progetto dell’importo di 2 milioni e mezzo di euro per la realizzazione del 4° lotto della discarica, in modo tale da evitare il degenerare dell’emergenza e garantire la possibilità di smaltimento a tutti i Comuni del bacino BR1. 2) Approvazione e finanziamento del progetto per la realizzazione dell’impianto suppletivo all’esistente per la produzione di CDR secondo le specifiche richieste dell’Enel, il quale diverrebbe il terminale stabile del combustibile prodotto, garantendo in tal modo la chiusura del ciclo. Nelle more di realizzazione dell’impianto suppletivo, potrebbe essere attivato l’impianto originario con la produzione di CDR tradizionale, da utilizzarsi come copertura dei lotti esauriti di discarica, prodotto da destinare a terminali non continuativi (cementifici o altro) e abbancamento temporaneo. 3) Incentivazione economica da parte della Regione e/o dalla Provincia del servizio di differenziata in atto che ha un costo mensile di 250mila euro, totalmente a carico del bilancio comunale, al fine di garantire la continuità del servizio e di tutelare il posto di lavoro ad 81 operatori addetti.
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