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Si alle aperture festive del commercio. Lo chiedono i clienti
08/01/2007 - 08:45:00 - a cura di Redazione
“I commercianti debbono aprire le loro attività anche nei giorni festivi”. La richiesta, con tanto di dati alla mano, parte proprio dai clienti che chiedono ai negozianti una gestione flessibile degli orari di apertura. Ed i numeri non lasciano nessun dubbio, almeno secondo un’indagine nazionale condotta dall’università “Bocconi” di Milano ed uno studio commissionato dalla Confcommercio di Brindisi dal quale emerge con chiarezza che i cittadini mesagnesi investono maggiormente i loro euro nelle attività indigene del luogo e solo una parte nel Centro commerciale. Ma emerge con altrettanta chiarezza che i mesagnesi chiedono ai loro amministratori di realizzare delle infrastrutture a sostegno del commercio locale mentre chiedono una rivoluzione culturale della gestione del centro storico cittadino. Dunque secondo lo studio del Cermes, dell’Università Bocconi di Milano e di alcune associazioni di consumatori, il 77,7 per cento degli italiani ritiene che l’apertura festiva è un servizio reso al cliente mentre il 79,7 per cento degli intervistati non ritiene soddisfacente l’attuale organizzazione degli orari dei negozi. Degli intervistati il 60 per cento dei clienti ha spiegato di effettuare acquisti nei giorni festivi mentre il 40 per cento dei clienti vorrebbe aperti i negozi almeno due volte in un mese. Le aperture domenicali complete è chiesto dal 19,5 degli intervistati. Dalle richieste dei consumatori nazionali a quelle locali il passo è breve. Nell’analisi dei bisogni alimentari, dei beni per la persona e per la casa, stilata dalla Confcommercio si evince che “La spesa alimentare viene effettuata quasi totalmente nella città di Mesagne. L’evasione verso altri comuni è sporadica”. Infatti il 41,6 per cento degli intervistati acquista presso i supermercati mentre il 28 per cento preferisce il negozio di vicinato. Solo il 24,3 si serve degli ipermercati. Per i beni della persona il 47,7 per cento dei clienti acquista nei negozi del centro urbano e solo il 24,9 sceglie gli ipermercati. Anche l’acquisto di prodotti per la casa è effettuato per il 63,8 per cento nei negozi cittadini e nel 22,7 per cento dei casi presso l’ipermercato. A questo punto i clienti hanno evidenziato alcune criticità che impediscono di acquistare nel centro di Mesagne. Il problema principale, con il 35,2 per cento del campione, è legato al traffico ed alla carenza dei posteggi. Il 17 per cento del campione è scontento dell’arredo urbano mentre seguono a ruota la scarsezza dei servizi offerti, la pulizia, la sicurezza, le offerte specifiche per i giovani e l’animazione. Inoltre, dallo studio della Confcommercio emerge il dato che a Mesagne convivono abitudini di acquisto tradizionali e moderne. E se da un lato emerge la preferenza del centro commerciale è altrettanto chiaro che in città i piccoli esercizi di vicinato per lo shopping e dei supermercati per l’acquisto di beni alimentari non hanno subito un tracollo a causa dell’apertura dell’ipermercato. Infatti solo il 29,8 dei mesagnesi fa la spesa al Centro commerciale. Diversamente la pensano di Mesagne i frequentatori dell’ipermercato, cioè i non residenti, che restano critici verso lo shopping in città sia per motivi di sicurezza che per motivi legali alla carenza di offerta commerciale ed ai costi dei prodotti. Insomma una analisi commerciale da cui, forse, si può leggere la genesi dell’attuale crisi del comparto locale, non certamente dovuta all’insediamento dell’ipermercato, ed in cui il cliente chiede al commerciante autoctono il coraggio di una svolta culturale per adeguarsi ai bisogni del tempo e all’evolversi delle necessità.
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