09/01/2007 - 17:30:00 -
a cura di Pino De Luca - Comunisti italiani
Le direttrici sulle quali si può sviluppare un serio intervento per incrementare il tasso di “sicurezza” su un territorio fu tema nel quale ebbi occasione di elaborare un documento per la allora Commissione Regionale per La Sicurezza presieduta dal Consigliere Regionale Emanuele Sannicandro. Il documento fu unanimemente condiviso e portò all’approvazione sempre a voti unanimi di un OdG del Consiglio Regionale della Puglia precisamente il 9 maggio 2002.
L’innovazione proposta era quella di considerare 4 settori di intervento e su di essi discutere ed agire: Prevenzione, Dissuasione, Repressione, Reinserimento.
Su ciascuno di essi erano individuati una serie di suggerimenti e di interventi concordati e coordinati. Se a qualcuno venisse la curiosità sono pronto a sottoporli alla sua attenzione e su di essi confrontarci, ma sono comunque facilmente reperibili.
Gran parte di questo è ovviamente rimasto sulla carta e ciò, insieme ad una serie di provvedimenti presi in maniera sconsiderata, ha condotto la situazione, anche nella nostra Provincia a un livello di nuovo emergenziale.
Purtroppo la perdita, reale o fittizia, della memoria storica rischia di ricondurre le forme di confronto su luoghi comuni, approssimazioni e posizioni che è stato dimostrato essere sbagliate, e lasciano la situazione esattamente com’era al punto di partenza.
Dal punto di vista endogeno questa situazione economica, politica e sociale è molto simile a quella degli anni 70-80, qualche mutazione geopolitica e la differenziazione delle esigenze di mercato non faranno tornare il contrabbando di TLE ma spingono con forza verso la riproposizione di modelli criminali di tipo organizzato, per stupefacenti, appalti, sfruttamento del lavoro nero, mercato della contraffazione, riciclaggio dei rifiuti, racket o usura lo vedranno le forze deputate alle indagini e alla repressione, ma dal punto di vista economico, sociale e politico le condizioni si ripropongono. Certo adesso abbiamo due vantaggi: l’esperienza precedente e, credo, la persuasione condivisa che un territorio a basso tasso criminale è un territorio dove la crescita economica è molto più favorita. Basteranno queste due condizioni per ricordarci che su sicurezza e legalità non si fa battaglia politica? Ce lo auguro.
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