11/01/2007 - 08:15:00 -
a cura di Redazione
Non si attenuano sul territorio le problematiche rivenienti dall’invasione degli storni giunti a migliaia anche a Mesagne. Tanti i danni lamentati dagli agricoltori ed in particolare dagli olivicoltori poiché gli uccelli per cibarsi si abbassano sotto gli alberi e portano via l’intero raccolto di olive. Inoltre rovinano irrimediabilmente il terreno di raccolta. Problemi anche in città dove gli escrementi dei volatili stanno sporcando la città.
Interprete di questo imbarazzo si è fatto l’assessore alle Attività produttive, Danilo Zuffianò, il quale ha inviato una nota all’assessorato regionale dell’Agricoltura, all’assessorato regionale all’Ambiente e all’assessorato provinciale all’Agricoltura in cui ha scritto: “Con la presente si comunica che molti agricoltori lamentano gravi danni con perdita di diversi quintali di olive procurati da una massiccia presenza di storni che da circa due mesi hanno invaso il territorio agricolo comunale. Alcune aziende che si apprestavano a raccogliere le olive, mediante scuotitori, hanno avuto la sgradita sorpresa di non trovare più il prodotto prossimo alla raccolta. Si tratta di un gravissimo danno che si aggiunge alla già precaria situazione agricola comunale è in particolare dell’olivicoltura già interessata dal problema “Lebbra”. Si richiede pertanto a codesti assessorati di intraprendere tutte quelle iniziative tese alla risoluzione del problema, in particolare l’inserimento nel calendario venatorio degli storni tra le specie cacciabili, e in via sussidiaria di prevedere misure per il risarcimento dei danni alle aziende colpite che questa amministrazione sta già individuando attraverso un monitoraggio del territorio”.
Una protesta che ha visto scendere in campo anche la Coldiretti di Mesagne il cui presidente, Emanuele Guglielmi, ha evidenziato: “Abbiamo inviato alcune richieste all’assessorato regionale dell’Agricoltura affinché gli storni siano inseriti nel calendario venatorio. Non comprendiamo, infatti, come tali volatili possano essere classificati in via di estinzione quando la presenza sul territorio ci dimostra il contrario”.
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