14/01/2007 - 09:45:00 -
a cura di Redazione
Per fare luce sui meandri della Finanziaria 2007 sono giunti a Mesagne i parlamentari Nicola Latorre e Salvatore Tomaselli i quali hanno spiegato ai numerosi presenti lo spirito dello strumento finanziario. Al tavolo della presidenza anche il candidato sindaco del centrosinistra, Cosimo Faggiano, il segretario cittadino, Anna Maria Scalera, e il consigliere regionale, Vincenzo Montanaro.
Nicola Latorre, in particolare, ha detto che: “La Finanziaria è una legge improntata ai valori di giustizia sociale perché sono valori nei quali ci riconosciamo. Gli italiani ci hanno votato perché sapevano che avremmo protetto i lavoratori e i redditi più bassi, perché questo appartiene alla nostra Weltanschaung . Abbiamo affrontato l'emergenza, e poi ci sono le prospettive. Essere riusciti a fare una manovra da 33 miliardi di euro, nella situazione in cui ci trovavamo, è un risultato straordinario. Non abbiamo dovuto fronteggiare solo il dissesto della finanza pubblica, ma anche l'immane eredità di una politica del centrodestra che aveva impoverito ampie fasce di popolazione, aveva depauperato settori strategici come la scuola, la ricerca, l'università e intanto aveva fatto crescere la spesa corrente”.
Poi il parlamentare ha parlato delle nuove prospettive aperte con il summit di Caserta. “La sfida – ha detto - è tenere insieme la modernizzazione per una crescita vera con i diritti che consentono ad una platea quanto più larga possibile di godere i frutti della modernizzazione. Modernizzazione e diritti sono termini che vanno sempre insieme. L'obiettivo che ci proponiamo è quello di una forte modernizzazione dell'Italia che aggredisca e superi le storture, le contraddizioni del nostro paese. Le riforme vanno fatte per trasformare la ripresa in vera e duratura crescita e per modernizzare l'Italia aggredendo i nodi che riguardano il suo futuro”.
Infine il parlamentare ha parlato del partito riformista: “Di certo – ha concluso Latorre - c’è bisogno di un timone riformista. Il partito democratico è una condizione irrinunciabile del nostro percorso riformista. Quel che conta è mettersi in cammino, compiendo passi che consentano di costruire il nostro progetto nel vivo della società italiana, di aggregare forze, suscitare entusiasmi, muovere emozioni e passioni. Anche perché il tempo in politica conta”.
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