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Fumata grigia da Roma per il destino di Conserve Italia
18/01/2007 - 08:35:00 - a cura di Redazione
I prossimi mesi saranno decisivi per il destino produttivo della filiale mesagnese di Conserve Italia. Questo, in breve, il risultato emerso dal tavolo di concertazione che si è svolto ieri a mezzogiorno a Roma presso il ministero dell’Agricoltura dove il presidente del colosso agro-industriale emiliano, Maurizio Gardini, ha fatto partecipi i presenti che l’obiettivo aziendale è quello di dismettere lo stabilimento di Mesagne perché improduttivo giacché in pochi anni avrebbe accumulato debiti per miliardi delle vecchie lire. Una decisione che è stata accolta con preoccupazione, quasi una doccia gelata, dagli amministratori pubblici e le organizzazioni di categoria giunti nella Capitale per negoziare il rilancio dello stabilimento. Amministratori che tuttavia, grazie alla mediazione del ministro Paolo De Castro, sono riusciti a strappare al presidente Gardini alcune promesse. Prima tra tutte quella della convocazione di un tavolo di confronto che potrebbe cambiare le decisioni aziendali le quali, ad oggi, restano legate al deliberato che il Consiglio di amministrazione di Conserve Italia adotterà il prossimo 29 gennaio. Nel prossimo Piano industriale aziendale, che sarà presentato alle rappresentanze sindacali unitari nazionali il prossimo primo febbraio, si capirà se lo stabilimento di Mesagne potrà continuare a lavorare. Tra i vari rappresentanti sindacali al tavolo ministeriale era seduto anche Luigi Vizzino, segretario provinciale della Uila Uil, il quale offre la seguente lettura dei fatti accaduti: “Nonostante la posizione dura mostrata dal presidente Gardini resto profondamente ottimista” commenta al termine dell’incontro Vizzino il quale prosegue: “La mediazione del ministro De Castro è stata determinante nell’affrontare questa emergenza. Il presidente Gardini ci ha evidenziato come lo stabilimento di Mesagne ha perdite in bilancio per circa 4 miliardi delle vecchie lire. Che Conserve Italia ha rilevato lo stabilimento con fondi propri senza ottenere nessun aiuto statale o comunitario. Che è in atto un sistema di malaffare a loro sgradito. Inoltre ci ha spiegato che i produttori locali non si sono mai saputi integrare con l’azienda emiliana per tale motivo i pomodori li hanno dovuti prendere su altri mercati con aggravio dei costi di trasporto. Per questi motivi il Consiglio di amministrazione di Conserve Italia ha deciso di chiudere lo stabilimento di Mesagne già dalla campagna 2007”. Le proposte avanzate dal Comune di Mesagne e dalla Provincia di Brindisi saranno oggetto di valutazione nel Consiglio di amministrazione di Conserve Italia che si svolgerà il prossimo 29 gennaio. “Adesso – conclude Vizzino – non bisogna far scendere il livello di attenzione ed allargare la discussione all’interno comparto per definire un progetto di rilancio che includa l’intera filiera agro-alimentare mesagnese”.
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