22/01/2007 - 09:00:00 -
a cura di Redazione
E’ allarme nel mondo agricolo per la perdurante siccità e per la crisi che attaglia il comparto. Ovunque i prodotti agricoli invernali stanno subendo uno stress termico mentre le colture primaverili si preparano a sbocciare. Per trovare soluzioni a tali problematiche a Mesagne è nato un movimento di base di agricoltori, i famigerati Cobas, che oggi pomeriggio alle ore 15 si incontreranno per discutere delle possibili iniziative da intraprendere a salvaguardia del comparto. Cobas che snobbano le organizzazioni di categoria: “Perché – dicono – a servizio della politica”.
Dunque, il settore orticolo della provincia di Brindisi versa in una situazione estremamente precaria a causa delle anomalie metereologiche degli ultimi mesi, ma anche per l’ormai cronica importazione di prodotti orticoli dal Nord Africa.
Maturazione anticipata, sovrapproduzione, scadimento della qualità, diminuzione dei prezzi all’origine, inevitabili problemi di siccità per i prossimi mesi. Sulla vicenda interviene l’Unione provinciale agricoltori di Brindisi. “L’andamento climatico – dichiara Donato Fusco, presidente dell’Unione provinciale agricoltori di Brindisi - sta producendo macroscopiche anomalie nelle produzioni orticole che sono andate in produzione anticipata ed abbondante inflazionando il mercato con drastica riduzione dei prezzi, ai minimi degli ultimi dieci anni, ma anche stressando le piante che ormai si trovano, in pieno inverno, quasi al termine del ciclo produttivo. Il clima è una variabile fondamentale del processo produttivo agricolo e, non essendo possibile recuperare produzioni e reddito, la situazione economica delle aziende agricole orticole del Brindisino, con particolare riguardo alle produzioni di carciofi, è in piena e drammatica emergenza”.
“Purtroppo – dichiara Antonio Pennetta, responsabile regionale orticolo di Confagricoltura - lamentiamo la scarsa attenzione delle Istituzioni che nulla hanno fatto per arginare il fenomeno dell’importazione selvaggia di ortaggi extracomunitari da parte di nazioni che si affacciano sul mediterraneo. Nazioni che, al contrario, sostengono moltissimo le loro agricolture e le loro produzioni verso l’export quasi esclusivamente in Italia.”
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