11/02/2007 - 09:15:00 -
a cura di Terry De Petro
Avvio immediato della cattura delle lepri in accordo con Regione, Provincia e Comune. Verifica dei fondi ancora disponibili all’Ufficio Caccia della Provincia di Brindisi e, quindi, successiva delibera regionale di utilizzo delle risorse residuali al ristoro dei danni accertati, causati da fauna selvatica anche in aree protette. Redazione del regolamento del Parco ‘Salina di Punta la Contessa’ da parte del Comune in quanto ente gestore di concerto con le organizzazioni professionali agricole in cui prevedere anche il prelievo selettivo. Impegno da parte dell’Osservatorio Faunistico Regionale ad impedire che il ripopolamento della fauna avvenga ad una distanza inferiore a 20 Km dall’area protetta. Impegno da parte dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia a richiedere, in occasione della riunione in programma il 21 febbraio prossimo del Comitato Faunistico Venatorio Nazionale, di escludere lo storno dall’elenco delle specie protette.
Queste in sintesi le linee di indirizzo emerse nel corso dell’incontro convocato dalla Coldiretti Puglia, a cui hanno partecipato gli Assessori all’Agricoltura del Comune di Brindisi, Antonio D’Autilia, della Provincia di Brindisi, Donato De Carolis, gli Assessori regionali all’Ecologia e alle Risorse Agroalimentari, Michele Losappio e Enzo Russo.
LA STORIA…………..
STORNI - La provincia di Brindisi ha vissuto il dilagare della ‘piaga storni’ restando impotente agli attacchi delle orde di uccelli appartenenti a specie protetta che mangiano ognuno fino a 20 grammi di olive al giorno.
Particolarmente colpito il settore olivicolo che in provincia di Brindisi conta una produzione di quasi 2 milioni di quintali su una superficie di 63mila ettari. I comuni più colpiti sono risultati Ostuni, Fasano, Brindisi, Carovigno, San Pietro, San Vito dei Normanni, San Michele Salentino, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Torre Santa Susanna , Oria ed Erchie. Il danno si attesta tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio.
Oltre al danno diretto, devono essere registrati i danni indiretti legati comunque a questa calamità. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato.
L’attuale campagna olivicola si profilava ottima per qualità e quantità. Oggi gli imprenditori olivicoli stanno raccogliendo il prodotto in fretta e furia, senza neppure attendere il giusto grado di maturazione delle olive che ne garantisce qualità e sapore, per evitare che l’intero raccolto finisca in pasto agli storni. Gli stormi trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo delle ultime settimane ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale.
LEPRI - Non è più procrastinabile la soluzione di un problema che si trascina ormai da anni per colpa di un mancato passaggio di responsabilità e risorse finanziarie dalla Regione Puglia al Comune di Brindisi, solo sulla carta ente gestore del parco naturale regionale “Salina di Punta della Contessa”, istituito con la legge regionale 28/02. Nell’area del parco l’attività agricola, quasi esclusivamente ortofrutticola, risulta gravemente danneggiata per le ‘scorribande’ della fauna selvatica che divora interi raccolti, senza che i coltivatori abbiano la possibilità di far ricorso ad indennizzi.
Urgente individuare indennizzi per i danni subiti che potrebbero, però, già trovare risposta attingendo risorse dal settore della caccia, sia per quanto riguarda il ristoro dei danni che per l’eventuale cattura degli animali. Entrambi gli interventi andrebbero comunque concordati con la Regione che è chiamata a conferire al Comune di Brindisi i reali poteri di gestione.
Pertanto, la Coldiretti chiede che sia fatta chiarezza, venga garantito il risarcimento dei danni subiti, si definisca un interlocutore unico e siano predisposte misure per la cattura della fauna selvatica.
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