21/02/2007 - 08:52:00 -
a cura di R. Cav.
Il mondo agricolo è in agitazione. La crisi del comparto è giunta, ormai, a livelli preoccupanti. Diversi sono gli incontri che si stanno svolgendo e si svolgeranno nelle prossime ore da parte delle organizzazioni di categoria riconosciute o da parte dei Cobas. La parola d’ordine, per tutti, è una sola. Bisogna fare presto per scongiurare il tracollo del comparto.
Così, anche una minima parola fuori posto diventa motivo di discussione e di scontro. Come la vicenda di Conserve Italia che sta animando il dibattito sociale e politico della provincia di Brindisi.
Ad intervenire, questa volta, sono i produttori di pomodori, aderenti ai Cobas, i quali spiegano, con numeri alla mano, perché rifiutano di conferire il prodotto a Conserve Italia.
“Non abbiamo nessun pregiudizio verso alcuno e chiariamo, senza ombra di speculazione alcuna, che comprendiamo l’ansia dei dipendenti del conservificio cui va la nostra solidarietà” commenta Pierangelo Pagliara, imprenditore agricolo di Mesagne del comitato dei Cobas, il quale precisa: “Il presidente di Coldiretti erroneamente ha detto che Conserve Italia ha proposto il pagamento di 50 centesimi per ogni chilo di pomodoro conferito. Magari fosse così. La sua è stata, ovviamente, una svista perché parliamo di 5 centesimi a chilo, ossia di circa 97 delle vecchie lire. Questa è l’offerta che c’è stata fatta per vendere i pomodori a Conserve Italia e che noi abbiamo rifiutato”.
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