22/02/2007 - 09:00:00 -
a cura di Redazione
Sere addietro a Mesagne si è svolta l’assemblea della Coldiretti. In un auditorium gremito di produttori il presidente della sezione comunale, Emanuele Guiglielmi, ha tracciato quelle che oggi sono le problematiche del comparto ed ha ascoltato con attenzione gli agricoltori sempre più critici verso il mondo politico che non riesce a dare risposte concrete alla crisi che attanaglia il comparto. Ci sono stati momenti di fibrillazione quando la base degli agricoltori ha chiesto con forza e decisione una svolta all’attuale empasse agricolo.
“Oggi il nostro comparto produttivo ha diverse criticità – ha spiegato il presidente Guglielmi – Purtroppo il nostro comparto è bistrattato e trattato malamente anche da coloro che al contrario sono deputati istituzionalmente a difenderlo. Come non evidenziare i raid delle forze dell’ordine ed ispettori del lavoro che giungono, anche in elicottero, nelle nostre aziende per scovare lavoratori in nero. Siamo trattati allo stesso modo dei delinquenti. Quando, al contrario, le nostre aziende danno lavoro a migliaia di persone nella massima legalità. Inoltre, non possiamo competere con le produzioni che arrivano dagli altri Paesi, con costi nettamente inferiori ai nostri, e qualità discutibile. Non dimentichiamo che in altri Paesi è lecito l’uso del Ddt mentre da noi è severamente vietato proprio per assicurare genuinità e sicurezza alimentare al consumatore”.
E sulla vicenda Conserve Italia, Emanuele Guglielmi, ha precisato: “Comprendo bene i disagi dei 25 dipendenti di Conserve Italia. Ma quello che chiedo è questo. La crisi di venticinque imprenditori agricoli con alle spalle venticinque aziende agricole e centinaia di lavoratori quanto pesano sulla nostra comunità. Giorni addietro abbiamo fatto un incontro con il segretario del ministro che ci ha chiesto di produrre la materia prima e noi abbiamo risposto positivamente. Ma il ministro deve sapere che, alla luce dei costi di produzione che noi sopportiamo, non possiamo essere competitivi con le arie del Nord della regione. Il nostro territorio deve essere rivalutato perché le nostre aziende non possono produrre il pomodoro a 110 lire”.
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