22/02/2007 - 09:00:00 -
a cura di Redazione
I lavoratori di Conserve Italia sono amareggiati e delusi dall’attacco che gli agricoltori hanno sferrato nei confronti della loro azienda in un momento particolarmente delicato per il prosieguo dell’attività di trasformazione. Accuse e strali molti dei quali, secondo i dipendenti, strumentali e faziosi. Come il prezzo del pagamento del pomodoro che Conserve Italia non ha mai proposto ai produttori.
A parlare, a nome di tutti i dipendenti, è Franco Facecchia responsabile della Rsu aziendale.
“I dipendenti di Conserve Italia sono delusi e sconcertati da ciò che stanno leggendo – spiega il responsabile della Rsu – Nel mese di dicembre abbiamo messo in atto una vertenza tendente a mobilitare l’opinione pubblica e le forze politiche per intraprendere iniziative che possano risolvere un problema che esiste sul nostro territorio. Purtroppo debbo dire che tutto ciò che si sta dicendo negli ultimi giorni incide negativamente sulla soluzione dei problemi. Da ciò deduco che i Cobas e la Coldiretti non hanno nessuna intenzione a risolvere questi problemi anzi dirò di più. Essi non riescono a dare alternative serie e concrete al loro comparto. Con le loro esternazioni stanno creando un muro contro Conserve Italia per problemi che non voglio analizzare concretamente”.
Quindi Facecchia precisa: “Per quanto riguarda i prezzi di pagamento del pomodoro posso assicurare che Conserve Italia non ha mai parlato di prezzi. Il direttore Paolo Sgarbati ha partecipato a Brindisi ad un incontro con i produttori nel quale si è solo limitato a voler conoscere le aziende produttrici. Non ha mai parlato di nessun prezzo. Questi problemi se li sono creati loro, i produttori. La direzione di Conserve Italia, in un secondo momento quando avrà cognizione della situazione in merito agli accordi interprofessionali, avanzerà delle proposte di prezzo. Quindi come fanno oggi a parlare di prezzo già definito. Avranno sicuramente avanzato delle valutazioni personali. Sottolineo che quando le organizzazioni dei produttori si esprimono pubblicamente debbono valutare bene le parole che dicono”.
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