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Il sindaco Mennitti accoglie in Consiglio mons. Rocco Talucci
21/06/2006 - 18:01:00 - a cura di redazione
Arcivescovo carissimo, La prego di passarmi l’aggettivo, forse poco protocollare, che tuttavia rende bene il sentimento di amicizia, di stima e di affetto che la comunità brindisina nutre per Lei. Carissimo Arcivescovo quindi, sono lieto di porgerLe, a nome di questa comunità e dell’intero Consiglio Comunale che la rappresenta, il saluto cordiale per la Sua presenza nel Palazzo di Città e l’augurio di grandi, positivi risultati per l’iniziativa pastorale che La vede da molti giorni impegnata sul territorio del capoluogo. Noi La sentiamo cittadino di Brindisi, attore, anzi protagonista della nostra vita quotidiana, e però sentiamo che l’incontro odierno assume un significato straordinario, perché conferisce al nostro consueto rapporto la solennità dei momenti nei quali si svolgono analisi, ma soprattutto si stringono patti d’azione comuni, si uniscono le energie per rendere più efficienti i servizi di pubblico interesse. Includendo in questa area vasta i bisogni materiali e quelli dello spirito. Brindisi è città carica di problemi e tuttavia fortemente protesa verso il riscatto. Sappiamo bene che i pubblici amministratori si giudicano sul piano delle capacità operative, ma sappiamo pure che essi sono chiamati a svolgere una serie di funzioni nell’esercizio delle quali gli uomini rivelano la capacità e la dignità di assolvere al ruolo al quale sono chiamati. Guidare è governare, ma non solo: è tenere comportamenti corretti, essere in sintonia con i cittadini, interpretare i loro gesti ed i loro pensieri, perché il valore più grande che un eletto deve impersonare è quello di trasmettere certezze. Certezze sulla tenuta morale oltre che su quella politica ed amministrativa. Questo Consiglio Comunale ha riaperto a Brindisi, dopo un periodo di commissariamento, quello che con un po’ di enfasi ma con grande entusiasmo due anni fa, avviando la legislatura, definimmo il tempio della democrazia. Quest’aula è il nostro tempio e qui celebriamo i riti della politica, talvolta con forti accenti polemici, talvolta – quando le emergenze incombono – con responsabile spirito unitario. E sempre pensiamo in sincerità di fare il nostro dovere, di servire una causa comune, la causa di una città che profondamente amiamo e della quale intendiamo rappresentare per intero la storia. Che, nei tempi della difficoltà ed in quelli del successo, è la storia di Brindisi, cioè la storia di tutti e di ciascuno di noi. Mi piace sottolineare il convincimento che chi è chiamato dai suoi concittadini a svolgere l’alta funzione di Sindaco deve farsi carico per intero delle vicende della città: la storia non si taglia a fette per scegliere quelle che fanno più gola. Nella storia di Brindisi ci sono la forza della tradizione e la spinta verso il futuro: il Consiglio è corpo unico a sostegno di una identità così marcata. Questa è la città affidata alle Sue cure spirituali. So quanta attenzione Lei abbia dedicato e dedichi ad interpretarne il sentimento, accomunando nelle cure credenti e non credenti, perché alto è il compito della Chiesa Cattolica che da qualche tempo anche a Brindisi, grazie al Suo impulso, predilige il contatto diretto con gli uomini e le donne piuttosto che l’antica autorità del pulpito. Intendo esprimerLe grande apprezzamento per l’impegno pastorale che sta svolgndo e che oggi vive nel Consiglio Comunale un momento alto di espressione. Noi siamo qui ad ascoltarLa, Eccellenza. Ribadisco che non sono afflitto - ma qui non lo è nessuno – dal complesso dell’ingerenza. Temiamo i silenzi, che spesso nascondono il vuoto intellettuale e morale; siamo curiosi di conoscere le idee degli altri, anche quando sono in collisione con le nostre. Nell’epoca in cui diritti e valori sono al centro di un grande confronto, che coinvolge anche la cultura politica, chi chiede di regolare, cioè di limitare l’accesso al grande campo su cui si coltiva il sapere , aspira, nella migliore delle ipotesi, ad iscriversi all’albo dei guardiani dei musei. Avvertiamo una grande attrazione verso il futuro. Sappiamo di dover recuperare tempi ed occasioni, di dover ampliare la conoscenza e modificare persino gli atteggiamenti di diffidenza con i quali talvolta ci penalizziamo da soli. Ma la consapevolezza della complessità di una forte operazione di modernizzazione non ci scoraggia, non ci ferma, non ci fa indugiare. Puntiamo ad uno sviluppo sano ed equilibrato, alla sicurezza dei cittadini, alla riqualificazione del territorio, alla tutela dell’ambiente, al pieno utilizzo delle infrastrutture, alla costituzione di un centro di formazione universitaria. E sappiamo – ed apprezziamo – lo sforzo che la Curia sta ponendo nella costruzione di un seminario che, oltre a rilanciare le vocazioni, opererà nell’ambito della formazione dei nuovi sacerdoti, chiamati a svolgere la loro missione in un mondo complesso e carico di tensioni. E’ come se avessimo insieme deciso di aprire a Brindisi un grande cantiere dove si costruiscono coscienze e si sviluppano conoscenze. Non si scandalizzi nessuno se affermo che cantieri di questo tipo sono destinati a riflettere effetti sul mondo del lavoro, il terreno sul quale giochiamo la partita più impegnativa e difficile. Il contributo della Chiesa Cattolica, nella quale si riconosce la grande maggioranza dei cittadini di Brindisi, è indispensabile per la nostra società ed abbiamo accolto con entusiasmo questa occasione di confronto, destinata a produrre un più forte rapporto di collaborazione. Comune e Chiesa hanno compiti distinti, rappresentano autonomie delle quali sono custodi gelosi; ma lavorano sullo stesso campo, puntano agli stessi risultati. Possono, anzi debbono percorrere il cammino insieme.
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