28/02/2007 - 15:00:00 -
a cura di Terry De Pedro
Presentato dalla Coldiretti di Brindisi all’Assessore regionale Russo il decalogo per uscire dalla crisi
“Gravissimo è lo stato di crisi di mercato del settore orticolo e più specificatamente di quello cinaricolo denunziato ormai da diverso tempo che sta mettendo in ginocchio le imprese agricole brindisine. Resta da commercializzare il 70% della produzione di carciofi proprio in un momento in cui il mercato frena a causa delle continue importazioni da Paesi extracomunitari, come l’Egitto. Dovranno convergere gli sforzi della Regione Puglia e del Ministero per le Politiche Agricole al fine di elevare il livello dei controlli sulla totalità e non solo su campionature di prodotti ortofrutticoli provenienti da Paesi extracomunitari, garantendo il monitoraggio nella fase successiva della trasformazione per assicurare la trasparenza in etichetta della reale origine del prodotto. Gli interventi dovranno essere immediatamente attuati, altrimenti risulteranno inutili”. Perentorio l’intervento del Presidente della Coldiretti di Brindisi, Salvatore Ripa, all’incontro con l’Assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, Enzo Russo, sul momento di difficoltà che il comparto orticolo sta vivendo. In particolare la Coldiretti di Brindisi ha chiesto all’Assessore di attivare immediatamente le procedure per dichiarare la crisi di mercato del settore, ottenere l’abbattimento degli oneri sociali e accelerare la ristrutturazione dei debiti cartolarizzati, bloccando l’assurda pretesa delle società di riscossione su debiti già definiti.
“E’ necessario, così come avvenuto in passato per le campagne di uva e agrumi, incentivare – ha continuato Ripa - la promozione del consumo di carciofi locali e individuare strumenti di controllo sull’intera filiera, in merito agli accordi sottoscritti a livello assessorile con la Grande Distribuzione Organizzata, allo scopo di rendere più stringente la partecipazione di un numero sempre più largo di strutture. Il disciplinare prodotto ai fini del riconoscimento della IGP potrebbe essere lo strumento per definire sin da ora i livelli di qualità da garantire, il sistema di certificazione del processo di filiera cui far riferimento ed il programma promozionale da sostenere”.
In riferimento, tra l’altro, alla elaborazione del nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) valevole per il periodo di programmazione 2007/2013, la Coldiretti di Brindisi ha presentato all’Assessore Russo il decalogo per tutelare e promuovere il settore orticolo provinciale:
• Stipulare un accordo di programma pre-campagna con l’industria di trasformazione, specificatamente per il “carciofino”, il quale rappresenta circa il 60% della produzione totale, con l’intento di garantire da un lato un prezzo minimo di contrattazione, dall’altro adeguati standard qualitativi di produzione;
• Incentivare la ricerca scientifica adeguandola alle reali necessità del settore per l’individuazione di nuove cultivar ed il risanamento del materiale di propagazione;
• Evidenziare, valorizzare e promuovere con opportuni e specifici programmi regionali caratteristiche, peculiarità, proprietà salutistiche e, quindi, il legame del carciofo al territorio d’origine;
• Introdurre innovazioni tecnologiche in ambito di filiera e individuare e sostenere lavorazioni alternative allo scopo di utilizzare il prodotto in eccesso o di scarsa qualità per il mercato fresco;
• Istituire il catasto orticolo nella futura OCM ormai in via di definizione e avviare un piano di ristrutturazione del comparto orticolo allo scopo di renderlo maggiormente aderente alle richieste del mercato;
• Ridurre l’incidenza dei costi del consumo energetico necessario all’emungimento della risorsa idrica e del carburante agricolo;
• Sostenere e promuovere pratiche agrarie ecocompatibili, come la lotta integrata e biologica, e differenziare il prodotto sui mercati nazionali ed europei, puntando sulla qualità e territorialità, identificando la produzione con il marchio di indicazione geografica protetta (IGP), accelerandone il riconoscimento già avviato presso il MIPAF e attuando severi controlli sul rispetto del disciplinare di produzione;
• Accompagnare la costituzione e, quindi, l’avvio di forme di aggregazione (organizzazioni produttori e consorzi), garantendo un immediato inserimento in accordi di filiera con la Grande Distribuzione Organizzata;
• Incentivare l’istituzione dell’albo degli esportatori ortofrutticoli che garantiscano l’uso di locali idonei per il condizionamento del prodotto ed il rispetto delle norme di qualità europee;
• Attuare iniziative promozionali puntando sulla territorialità locale per aumentare il consumo di carciofi e ortaggi in Italia, attraverso la presenza capillare in tutti i punti vendita di prodotti ortofrutticoli e per l’intero periodo della produzione (febbraio – aprile).
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