01/03/2007 - 13:46:00 -
a cura di R. Cav.
La Camera di Commercio di Brindisi figura tra gli Enti promotori di “Nozze di fichi secchi”. L’iniziativa sarà presentata nel corso di una conferenza stampa sul tema “Fichi di Toscana e di Puglia: quando i frutti più dolci si incontrano agli Horti Sallustiani” che avrà luogo domani, venerdì 2 marzo, alle ore 11.30, presso la sede nazionale di Unioncamere (Sala Sabbatini), a Roma.
In sostanza, i Comuni gemellati di San Michele Salentino (Brindisi) e di Carmignano (Prato), rinomati come patria del fico, presenteranno il ricco panorama di specialità enogastronomiche”.
Partner dell’Ente camerale brindisino sono la Camera di Commercio di Prato, il Gal “Alto Salento”, l’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Prato e della Regione Toscana.
I fichi di Carmignano, nella qualità “Dottato”, sono inseriti tra i 365 prodotti tipici da salvare della Toscana e dal 2001 hanno anche un presidio Slow Food. Quelli di San Michele Salentino, della qualità “Bianculedde”, sono tutelati del marchio De.Co. e in fase di riconoscimento quale “prodotto tradizionale” della Regione Puglia.
A rendere unici i fichi dei due Comuni è la sapiente tecnica con cui, ancora oggi, vengono essiccati e ‘accoppiati’. Una lavorazione rimasta in larga parte simile a quella usata in epoca romana.
“Questa iniziativa – afferma il presidente della Camera di Commercio di Brindisi Giovanni Brigante – rientra negli sforzi che il nostro Ente sta compiendo per la promozione delle specialità enogastronomiche del territorio della provincia di Brindisi. Prodotti di grande qualità che, come nel caso specifico, incontrano i gusti di una clientela che non si limita ai soli confini nazionali. Devo dire che, in tal senso, la collaborazione con altre camere di commercio ci consente di individuare situazioni – come è accaduto con Prato – in cui è possibile promuovere due territori con la stessa campagna di immagine”.
Provvisti di vitamine, ricchi di fibre e di sostanze che proteggono le cellule, diversi tra le varietà, i fichi, specialmente essiccati, hanno costituito in passato uno dei più apprezzati sostituti del pane per i poveri e un cibo di riserva per le legioni romane. I pigmenti che danno colore al frutto sono dello stesso tipo dell’uva: carotednoidi per quelle bianche e verdi e flavonoidi per quelle nere e violacee. Con un po’ di salumi, con le mandorle o aromatizzati con semi di anice e finocchio, sono diventati un eccellente pasto “Light”.
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