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Il sindaco Mennitti analizza la situazione politica
05/03/2007 - 17:50:00 - a cura di R. Cav.
Si è svolta stamani, nel Salone di Rappresentanza “M. M. Guadalupi” di Palazzo di Città, la prevista conferenza stampa del sindaco Domenico Mennitti. Di seguito, il testo relativo alle dichiarazioni rese dallo stesso primo cittadino: •Ho convocato questa conferenza con gli operatori dell’informazione perché ritengo utile svolgere alcune riflessioni sulla situazione politica ed amministrativa che si è venuta a determinare all’interno del Consiglio Comunale di Brindisi. Insisto: riflessioni, perché voglio non riferirmi solo alle dichiarazioni interessate dei protagonisti, ma introdurre una analisi dei comportamenti dei gruppi e dei singoli consiglieri per valutare i riflessi che si determinano sulla stabilità del governo cittadino. Noto che sui giornali e nei servizi televisivi abbonda la cronaca e c’è una scarsa tendenza all’approfondimento degli atteggiamenti, dei cambiamenti, delle prospettive. Accade che un consigliere di opposizione rappresenti l’ovvia speranza che la maggioranza perda i numeri e definisca “crisi” un passaggio. Gli organi di informazione riferiscono la dichiarazione e quasi sempre si limitano alla cronaca: ma il fatto evidenziato va valutato per capire se gli ostacoli sono superabili oppure no. Nel primo caso siamo all’interno del dibattito che si svolge in ogni coalizione, nel secondo invece si può effettivamente parlare di crisi. •Le minoranze sperano sempre di recuperare con i giochi di palazzo la bocciatura subita dagli elettori. Perciò dal primo giorno della legislatura predicano irrecuperabili cedimenti della maggioranza e diventano così maniacali nel segnalare disgrazie altrui da non accorgersi dei pezzi che essi perdono per strada. E’ la situazione del nostro Comune, dove le “evoluzioni” (se così vogliamo elegantemente chiamarle) sono in corso su tutti i fronti e perciò meritano una valutazione meno approssimativa. Avendo pratica giornalistica, so bene che fa più notizia annunziare una crisi che raccontare una fibrillazione sulla tenuta del governo: però anche una crisi sempre annunziata e non verificatasi per quasi tre anni non è più una notizia. Parliamone, se ci riusciamo, con un po’ di buon senso. •Sui banchi della minoranza come su quelli della maggioranza è in corso un processo di aggiornamento delle forze politiche rispetto agli schieramenti della campagna elettorale. Tralascio di approfondire quel che accade fra i consiglieri della minoranza, ma credo di poter affermare secondo verità che essa complessivamente non conta più i numeri di partenza: non solo per una redistribuzione all’interno dei gruppi, ma pure perché sono cambiate alcune posizioni politiche e personali. Insomma, quando prima o poi si conteranno, la somma non sarà più quella uscita dalle urne. •All’interno della maggioranza in questa prima metà della legislatura si è verificato un fenomeno diverso, che chiamerei di “problematica tenuta dei gruppi”. All’avvio ci fu un fenomeno di dissenso all’interno del gruppo di Forza Italia che riguardò tre consiglieri, ma fu subito recuperato; poi intervenne una frattura all’interno del gruppo UDC al quale contemporaneamente si aggiunse una dichiarazione di autonomia di un consigliere eletto nella lista civica “Insieme per Brindisi”. Da quest’ultima operazione nacque un gruppo che si definì CDU e che di recente ha annunziato la propria adesione al movimento denominato “Italia di mezzo”. Infine anche AN ha vissuto una vicenda interna, ma il consigliere interessato ha sempre confermato l’appartenenza alla maggioranza, comportandosi coerentemente nella espressione del voto. Queste fibrillazioni non hanno mai influito sulla solidità della maggioranza, che ha ritrovato in ogni occasione la puntuale consistenza per adottare i propri provvedimenti. Nella fase più recente si è registrata all’interno del gruppo di Forza Italia la dichiarazione di autonomia di tre consiglieri, poi ufficialmente confluiti nel partito “nuovo PSI”, formazione peraltro già presente nella consultazione elettorale, poi nel Consiglio con un componente e rappresentata in Giunta con un assessore. I consiglieri usciti da Forza Italia hanno dichiarato in ripetute occasioni di restare sulla linea di sostegno al Sindaco, rivendicando però un ruolo autonomo, riservandosi di decidere volta per volta, su ogni specifico argomento, il segno positivo o negativo del proprio voto. •Questo il quadro, un po’ complesso ma obiettivo, della situazione che presenta alcuni elementi di novità. E francamente non mi sembra si possa procedere facendo finta che nulla sia accaduto, soprattutto in presenza di sopravvenuti eventi giudiziari, attivati dai magistrati dopo ulteriori riscontri di una amministrazione svolta nell’assenza di ogni regola politica, senza riferimento ad un quadro programmatico, inseguendo la sopravvivenza ad ogni costo del governo comunale. C’è a Brindisi ancora una emergenza morale che deve essere debellata. •C'è da rilevare che la situazione presente fa emergere alcune gravi anomalie politiche, che meritano d’essere evidenziate: la prima, la più evidente, è che i partiti, invece di acquisire elettori nelle urne, acquistano eletti che hanno altrove ricevuto consenso ed elezione. Collegata a questo rilievo è la considerazione che tutti i consiglieri eletti nelle varie liste hanno accettato e sottoscritto, quando si sono singolarmente candidati, il “programma” proposto dal candidato Sindaco. Oggi lo spirito della legge elettorale fa del programma non un atto formale, ma sostanziale e di significato politico-istituzionale, nel senso che su di esso si costruisce la coalizione. Più chiaramente: ogni coalizione gioca la partita del consenso sulla condivisione degli obiettivi programmatici oltre che sulle affinità politiche, che conservano il maggior valore nella definizione del profilo culturale del programma. Insomma ritengo di essere stato eletto dalla maggioranza assoluta degli elettori della mia città e di essere stato sostenuto da partiti e pure da associazioni di liberi cittadini che hanno condiviso il programma e la indicazione della persona che si proponeva per realizzarlo. •Ritengo utile ribadire alcuni punti fermi per ricordare a tutti, ed ovviamente innanzitutto a me stesso, che nella gestione della cosa pubblica vanno rispettate alcune regole fondamentali. Quando queste vengono disinvoltamente disattese ed adattate alle convenienze singole, il rischio è che si interpreti la gestione del potere come il mezzo per perseguire interessi particolari, estranei a quelli generali della comunità. Questo principio cerco personalmente di non smarrirlo mai, ma spero sia un buon “pro-memoria” per tutti. Soprattutto per quei gruppi che hanno smarrito il ricordo d’aver gestito il potere nel recente passato, disattendendo tutte le regole della politica e della corretta gestione, preferendo indulgere ai piaceri della cattiva amministrazione. Brindisi ne sta subendo ancora le conseguenze! •Nella situazione che si è venuta a determinare valuto due possibilità. La prima è che la maggioranza, registrando definitivamente i vari passaggi, confermi la volontà di portare a compimento la legislatura, faccia il punto sulla parte di programma realizzato, aggiorni gli obiettivi prioritari sui quali puntare ed esprima la sua determinazione attraverso il voto di un atto fondamentale quale è il bilancio. Oppure – questa è la seconda ipotesi – si prenda atto che non sussistono le condizioni per continuare a governare e si agisca di conseguenza. Conosco le regole che governano la politica e le istituzioni, considero il mio mandato un servizio alla città, che intendo preservare ad ogni costo dal rischio della perpetuazione di pratiche oscene come quelle che hanno in un recente passato degradato il Consiglio Comunale ad un mercato sul quale si vendevano e si compravano voti per far passare un provvedimento. Dirò dopo in rapida sintesi, per evitare l’offuscamento della memoria, il percorso compiuto nella prima metà della legislatura: qui mi limito a rivendicare il forte recupero di immagine di una città ancora flagellata da inchieste penali che rilevano sconcertanti storie di malaffare, partecipate da una parte notevole della società politica e subite in deplorevole silenzio da larga parte della società civile. Nei prossimi giorni, appena superata la conferenza dei servizi sul rigassificatore finalmente convocata a Roma presso il Ministero per lo Sviluppo il 7 di questo mese, avvierò direttamente un confronto con le forze politiche ed i gruppi presenti in Consiglio per definire il quadro della posizioni e per trarre le conclusioni.
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