09/03/2007 - 08:35:00 -
a cura di Redazione
Giovedì mattina ha preso avvio presso la scuola media “A. Moro” di Mesagne la “Settimana della legalità” con lo scopo di infondere tale cultura tra i ragazzi. Diversi i relatori che si alterneranno nell’auditorium. I lavori di ieri sono stati aperti dai carabinieri di Mesagne il cui maresciallo Gabriele Taurisano ha tenuto la prima “lezione” di legalità. Chiuderà tale approfondimento culturale Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone assassinato dalla mafia.
Il titolo dell’incontro di ieri è stato: “Rispetto della legge e delle persone come principio fondamentale di libertà e uguaglianza”.
“Questo che stiamo vivendo – ha spiegato la preside Maria Luisa Sardelli - è un momento di riflessione per i nostri ragazzi ed anche per noi perché in questa scuola stiamo lavorando molto sul rispetto della legge e delle persone. Questa è una scuola dove non ci sono atti di bullismo anche se, per la verità, qualcuno ogni tanto esce fuori dalle righe. Ma il dialogo intessuto con i ragazzi ed i genitori ci permette di superare queste problematiche”.
Quindi la parola è toccata al comandante dei carabinieri di Mesagne, il maresciallo Gabriele Taurisano, il quale ha spiegato: “Molte volte è meglio prevenire gli atti delinquenziali anziché reprimerli. Ecco perché noi siamo disponibili a qualsiasi chiarimento sotto il profilo della legalità”.
A questo punto il maresciallo ha parlato della tutela dei minori: “Per quanto riguarda la tutela del minore vale la pena sottolineare una cosa molto importante. La legislazione attuale è molto sensibile alla tutela del minore tanto è vero che c’è un settore dell’Arma dei carabinieri, precisamente le sezioni di polizia giudiziaria presso le Procure delle Repubbliche presso i Tribunali per i Minorenni, che si attiva non solo quando ci sono problematiche connesse a reati consumati dai minorenni ma anche quando ci sono problematiche che possono riguardare l’ambiente e la famiglia del minore. Fino a quattordici anni il ragazzo è considerato ancora incapace sotto il profilo del reato ed ecco perché i genitori vengono chiamati in causa. Questo fino a quando il minore non commette reati molto gravi. Tuttavia, arrivare a diciotto anni non esenta il minore dalle responsabilità penali”.
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