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Trebbiato il grano della legalità
24/06/2006 - 07:30:00 - a cura di Tranquillino Cavallo
E’ fatta. Il grano seminato sui terreni confiscati alla criminalità organizzata dal Comune di Mesagne è stato trebbiato nella mattinata di ieri. Quintali di grano duro che adesso serviranno a produrre pasta e pane con i loghi virtuali di Libera e di tutte quelle associazioni, ed istituzioni, che contribuiscono ad infondere giornalmente nella società civile la cultura della legalità. Questo nonostante alcuni atti di vandalismo, o probabili gesti dimostrativi, che hanno mandato in fumo la metà del raccolto. Ma questa è un’altra storia su cui stanno indagando alacremente gli investigatori i quali sembrerebbero propendere più per gli atti di vandalismo che per dei veri e propri gesti intimidatori. Intanto sui gesti dei giorni scorsi intervengono vari responsabili delle istituzioni. Per il sindaco Mario Sconosciuto: “L’amministrazione comunale da tempo ha scelto e mantiene alta la sua determinazione. Ha scelto di vedere analizzando i fenomeni storici di criminalità per comprenderli e contrastarli e analizzando l’attuale situazione per valutare persistenti presenze e perduranti contaminazioni malavitosi. Ha scelto di ascoltare la gente attraverso le scuole, le associazioni, gli imprenditori per condividerne aspirazioni ed eventuali disagi, riformulando percorsi di educazione alla legalità e puntando sull’affrancamento culturale, sociale ed economico del territorio. Ha scelto di parlare attraverso una costante denuncia degli avvenimenti delittuosi, ove siano tali, costruendo una fitta rete di intese con le Forze dell’Ordine e le massime rappresentanze istituzionali dello Stato, in particolare con la Prefettura, attenta e vigile, e attivando significative collaborazioni con reti nazionali. Ha dato concretezza alla scelta di campo assunta contro la criminalità organizzata dandosi una strategia operativa della quale l’utilizzo sociale dei beni confiscati è solo una parte e nella quale gli eventi di disturbo venivano responsabilmente considerati e completati”. Per don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera: “Le fiamme non fermino il riscatto della legalità anche perché non si deve cedere alle intimidazioni di quanti credono con la violenza di seminare paura. A Mesagne invece è stata seminata la speranza e il raccolto non potrà che essere fruttuoso, tanto o poco che sia, non importa. Ciò che conta è che il processo di ripristino della legge e di partecipazione civile che è stato avviato possa proseguire”. Per il coordinamento provinciale di Libera: “A chi con il fuoco ha pensato di mandare in fumo i nostri progetti risponderemo con la nostra determinazione, con la nostra serenità e anche arricchendo le feste del territorio di prodotti provenienti dai beni confiscati alla criminalità mesagnese. L’incendio di ieri comunque, che segue quello avvenuto qualche giorno fa sui terreni confiscati di Torchiarolo, segnala in modo preoccupante la permanenza dell’azione criminale organizzata e no nella nostra provincia e il fastidio che i criminali provano di fronte ai nostri progetti di utilizzo sociale dei beni confiscati”. Per il Consigliere regionale Vincenzo Montanaro: “Gli incendi appiccati da mani chiaramente riconducibili alla criminalità, mani lordate da altri gravi episodi, importunano la classe dirigente, la società civile, le forze operose che costituiscono la maggioranza di questa Città: importunano ma non scalfiscono; turbano ma non indeboliscono; scuotono ed anzi rafforzano nei già saldi convincimenti democratici”.
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