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La farina della legalità presto arriverà sulla tavola degli italiani
25/06/2006 - 08:28:00 - a cura di T. Cav.
Resta alta l’attenzione dell’opinione pubblica sui terreni confiscati alla cosche mafiose, ed utilizzati per produrre alimenti da immettere sul mercato con il logo di Libera, che giorni addietro sono stati interessati da incendi. Dolosi, fortuiti o accidentali saranno le indagini condotte dalle forze dell’ordine a stabilirlo. Intanto tantissimi sono stati gli attestati di solidarietà giunti al Comune di Mesagne per i danneggiamenti subiti sui terreni confiscati ai mafiosi anche se, grazie alla particolare attenzione che l’ente ha posto nella gestione del bene, venerdì è stato possibile trebbiare il grano e produrre la farina che servirà per i prodotti tipici artigianali che saranno venduti in tutta Italia. Un simbolo della legalità di cui tutti vanno fieri. In queste ore l’attenzione delle forze dell’ordine è indirizzata a leggere con estrema chiarezza la matrice degli atti per poter incanalare le indagini nella giusta direzione per cercare di individuare i responsabili. Torchiarolo e Mesagne due comuni della provincia di Brindisi entrambi interessati dalla gestione dei beni immobili confiscati ai mafiosi. Il primo atto incendiario si è verificato a Torchiarolo dove si è, immediatamente, parlato di un chiaro atto intimidatorio. Tuttavia gli investigatori stanno valutando con attenzione lo stato dei luoghi poiché i vigneti interessati dall’incendio presentavano al loro interno della sterpaglia che facilmente può prendere fuoco. Quindi si cerca di comprendere se la stessa sia stata utilizzata come veicolo di propagazione delle fiamme all’interno del vigneto oppure se si è trattato di un fatto accidentale A Mesagne domenica 18 giugno una piccola parte dei terreni investiti a grano, che costeggiano la provinciale per San Vito in contrada Canali, prendono fuoco. Il fuoco non parte dalla banchina attigua la carreggiata, poiché tra questa e il terreno incendiato è rimasta intatta una fascia di sterpaglia, bensì dall’inizio della stradina poderale che conduce all’interno dell’appezzamento. Difficile credere che possa essere stata una cicca di sigaretta gettata da un finestrino di auto in corsa poiché, il peso della stessa e la distanza che la separa dal grano, difficilmente avrebbe raggiunto la fascia che, successivamente, ha preso fuoco. Quindi il fuoco dovrebbe essere stato appiccato intenzionalmente. Così, le indagini sembrano propendere verso un semplice atto vandalistico. Doloso, ma a solo scopo dimostrativo, invece il secondo episodio di giovedì pomeriggio quando ad essere appiccati sono stati circa nove ettari di grano in contrada Canali. In conclusione alla luce di tale attività investigativa si potrebbe escludere l’atto dimostrativo intimidatorio pianificato dalla criminalità organizzata e guardare i fatti come semplici atti perpetrati da balordi in cerca di attimi di notorietà.
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