04/07/2006 - 07:53:00 -
a cura di Redazione
Ieri mattina a Mesagne si è svolta la giornata della legalità organizzata da Libera e dal Comune di Mesagne durante la quale è stato falciato il grano che servirà a produrre prodotti a marchio Libera Terra. Così il sindaco di Mesagne, Mario Sconosciuto, alcuni suoi assessori, don Luigi Ciotti, il tenente dei carabinieri Riccardi, il capo della squadra Mobile, Barnaba, poliziotti della Digos, gli uomini del Corpo forestale dello Stato, funzionari, cittadini, volontari si sono muniti di falce ed hanno iniziato a falciare, simbolicamente, il grano per un raccolto di legalità. Una vivacità culturale che ormai ha invaso interiormente tutta la città di Mesagne facendo comprendere che il radicamento della cultura della legalità è un bene diffuso.
I cittadini e gli amministratori, pur consapevoli che non potrà mai essere abbassata la guardia, sono certi che mai più la piovra della criminalità organizzata ritornerà a ramificarsi nel tessuto sociale della città. Per tale motivo l’amministrazione comunale di Mesagne porrà in città un cippo a ricordo di tutti i caduti italiani a causa di atti di mafia.
“Nel foggiano c’è la tradizione del grano arso – ha esordito don Fernando Bruno, responsabile regionale di Libera riferendosi chiaramente alla parte di grano bruciato per mano di ignoti individui – Noi abbiamo recuperato la tradizione dei terrazzani, di coloro che non avevano nulla, pertanto spigolavano nelle stoppie bruciate alla ricerca di grano per il proprio sostentamento. La rabbia della miseria e della povertà li costringeva a raccoglievano il grano arso. Ecco anche noi raccogliamo il grano che altri hanno bruciato”.
“Le mafie, le usure, il pizzo, il lavoro nero, le ecomafie, la tratta degli esseri umani non rendono liberi, la povertà non rende libera” spiega don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera il quale continua ad evidenziare: “Noi dobbiamo liberare la libertà che inizia con le piccole cose. E la falciatura del grano è un segno di liberazione. Restituire alla collettività quello che è stato l’arroganza, la violenza, il potere, la forza dei boss della mafia. Oggi è un momento di festa, di gioia ma anche di consapevolezza. Non basta combattere le mafie ma bisogna sconfiggerle. Mesagne, in questo senso, ha fatto e fatto molto. La speranza regge non l’io ma il noi. Anche se bisogna fare molto di più, soprattutto insieme. I segni di violenza ed arroganza di incendiare i campi che sono stati restituiti alla collettività sono solo un colpo di coda della criminalità. Il bene vince il male se si lavora insieme. Questa è la strada – conclude don Luigi Ciotti – bisogna confiscare tutti i beni ai mafiosi e utilizzarli perché diventino fonte di lavoro vero per i nostri giovani”.
Per l’assessore regionale alle Attività produttive, Enzo Russo: “La Regione può essere l’ente di garanzia che verifica che i beni confiscati siano messi a coltura dalle persone che ne hanno bisogno. Noi offriamo gli strumenti necessari affinché questa attività non sia un mero atto di cessione ma li possa aiutare attraverso gli strumenti operativi che la regione può mettere a disposizione”.
Il sindaco di Mesagne, Mario Sconosciuto, è il padrone di casa. L’emozione su di lui è palpabile. “Ci ritroviamo tutti insieme, una comunità locale, per un momento importante. Questa coralità, questa sinergia e solidarietà tra le diverse realtà che operano sul territorio ha caratterizzato la nostra città. Ed è stata questa la forza che ha saputo reagire con fermezza alla criminalità organizzata fortemente radicata nella nostra città sconfiggendola. Nulla ci farà tornare indietro”.
Al termine della cerimonia le autorità hanno pranzato in un ristorante del luogo i cui alimenti sono a marchio Libera Terra.
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