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RAGIONANDO DI RIGASSIFICATORE CON IL CONSIGLIERE REGIONALE ENZO CAPPELLINI
06/07/2006 - 17:00:00 - a cura di Redazione
La mediazione di alto profilo portata di recente a frutto presso la Regione Puglia sul tema della famiglia è stata un grande successo che va iscritto a merito del Presidente Vendola, della sua Giunta e dell’intero Consiglio regionale. Erano in quella occasione a confronto questioni di rilevanza costituzionale, valori etici e concezioni diverse sulla convivenza civile e sulla responsabilità sociale. Temi questi sui quali lo scontro non giova perché in una matura democrazia ciò che occorre è il rispettoso ascolto delle altrui ragioni, il dialogo, la convergenza e l’incontro. Ce lo insegna con la sua stessa storia la Costituzione del ’48 che fu un altissimo e fruttuoso compromesso tra concezioni filosofiche e culture politiche lontane tra loro. E su questo siamo pienamente d’accordo col consigliere regionale Cappellini ma ci sembra improprio il parallelismo che egli è portato ad intravedere tra quanto sulla famiglia è accaduto alla Regione Puglia e la questione del rigassificatore che attanaglia Brindisi. E questa questione, che è strettamente legata a quella del progettato nuovo modello di economia locale, è cosa del tutto diversa dalla legge regionale sui servizi sociali per materia, responsabilità politiche, correttezza nei comportamenti ed interessi in gioco. Per il caso Brindisi c’è invero, da una parte, una politica di cambiamento che punta a modificare il modello di sviluppo e perciò rifiuta un impianto incompatibile con tale disegno, pericoloso perché progettato nel porto a ridosso della città ed assolutamente inidoneo a combattere la disoccupazione e, dall’altra, il “ritorno” di politiche che puntano a bloccare il nuovo corso per ripristinare assetti di potere che hanno provocato l’ “eterna” crisi del nostro territorio, che hanno aggravato la mancanza di lavoro e che sono naufragate tra fallimenti amministrativi, scandalose vicende ed inchieste penali tuttora in corso c’è inoltre un territorio che rivendica il diritto di decidere il proprio futuro e l’arroganza di chi vuole imporre un progetto deciso a quattr’occhi tra Tony Blair e Silvio Berlusconi e varato senza il rispetto delle procedure e degli adempimenti previsti dalla legge. Ed ancora c’è a Brindisi, da una parte, la domanda di innovazione che si è espressa chiaramente col voto dei cittadini durante le ultime elezioni comunali, regionali e politiche e, dall’altra, ci sono gli interessi di una potente società straniera che persegue i suoi obiettivi con una cultura colonialistica irrispettosa verso le volontà democraticamente espresse; c’è la domanda di legalità e di giustizia che il nuovo Governo si è impegnato ad accogliere e ci sono procedure seriamente sospettate di irregolarità come accreditano le recenti perquisizioni ed i numerosi sequestri disposti dall’autorità giudiziaria; ci sono gli impegni elettorali assunti durante tutte le ultime consultazioni popolari da esponenti politici nazionali (tra cui quelli di D’Alema e di Castagnetti) e locali (tra i quali quello dello stesso consigliere Cappellini che è più volte sceso in piazza con noi per gridare il suo “no” al rigassificatore a Brindisi) ma c’è anche un “immortale” partito trasversale che riemerge ogni tanto sotto mentite spoglie. Un partito trasversale che vuole portare indietro l’orologio della storia locale, che punta a privilegiare interessi particolari su quelli generali e che, avendo capito come la partita stia per concludersi, ripropone – carpendo la buona fede di qualche politico - trattative ed incontri che in passato si sono rivelati assolutamente sterili per le note ed irremovibili posizioni assunte dalla LNG. Se allora di frattura si vuole parlare, l’unica che veramente c’è è quella tra le forze che premono per un nuovo corso della politica locale e chiedono perciò che si chiuda subito la partita del rigassificatore e quelle che invece frenano, cercano di guadagnare tempo e puntano ad una inversione di marcia. Certo, anche in questa situazione occorre apertura e disponibilità al dialogo ma a partire dalla considerazione che in democrazia le scelte della stragrande maggioranza dei cittadini e delle istituzioni sono una cosa seria che comportano coerenza e richiedono rispetto. Conosciamo le prese di posizioni pubbliche del consigliere Cappellini e perciò sappiamo che egli è con noi in questa battaglia come lo sono quasi tutti gli esponenti politici locali al di là delle diverse collocazioni partitiche. Cogliamo perciò l’occasione per rinnovare alle forze politiche ed istituzionali, e quindi anche allo stesso Cappellini, la richiesta di sollecitare il Governo perché, secondo gli impegni assunti dalla maggioranza, metta subito in atto le necessarie procedure rivolte a ritirare, in sede di autotutela, il provvedimento autorizzativo, rimuovendo definitivamente la grave minaccia che da anni pesa sul destino di Brindisi ritardandone lo sviluppo. E diciamo a tutti che questa volta c’è in campo un soggetto nuovo che non può essere ignorato, un grande movimento di popolo che ricorda bene il passato, che continuerà la sua battaglia con rinnovato vigore e seguirà attentamente gli sviluppi della situazione sostenendo il cambiamento e denunciando, prendendone anche nota a futura memoria, eventuali manovre rivolte a vanificarlo. Brindisi, 6 giugno 2006 Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Porta d’Oriente.
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