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Mesagne: tra piccioni e falchi
10/07/2006 - 10:31:00 - a cura di Redazione
“Mesagne tra colombi e falchi”. Non è il titolo di un film di prossima programmazione in città tra due distinte posizioni politiche bensì la grottesca situazione con cui si trovano a combattere molti cittadini mesagnesi divenuti veri ostaggi dei piccioni che ormai hanno “invaso” la città. Insufficiente sembra essere stata la campagna contraccettiva avviata dal Comune di Mesagne per bloccare la proliferazione selvaggia dei volatili. Una situazione che ha innescato, anche, una precarietà igienica. Si pensi che nella giornata di sabato e nella mattinata di ieri in piazza Orsini del Balzo, davanti alla settecentesca chiesa di Sant’Anna, gli escrementi lasciati dai piccioni si sono mischiati all’acqua piovana procurando un tanfo nauseabondo e chiazze di acqua putrida. E pensare che proprio lì vi sono due attività di ristorazione che, pagando regolarmente tasse e balzelli, chiedono rispetto per il proprio lavoro. Poiché non è bello sistemare i tavolini in piazza e vedersi svolazzare in testa i piccioni che lasciano dappertutto i loro escrementi. Poi c’è l’enorme danno patrimoniale che questi volatili producono ai monumenti storici poiché gli escrementi lasciati, su statue e capitelli barocchi di chiese e palazzi patronali, non fanno altro che depauperare il patrimonio artistico autoctono. Eppure su tale fronte, mesi addietro, gli amministratori comunali hanno sottoscritto un contratto con un’azienda che ha distribuito ai piccioni cibo con il contraccettivo per cercare di frenare la proliferazione. I dati ufficiali parlano di una drastica riduzione delle nascite. Ma i dati ufficiosi, cioè quelli forniti dalla gente, li smentiscono ed evidenziano una colonia di volatili davvero numerosa. Come mai si è vista in città. Qualcuno, addirittura, ha avanzato l’ipotesi che i piccioni siano stati portati in città da chissà quale altro paese. Ma, con tale ipotesi, siamo nel mondo della fantasia popolare. Davanti a questa emergenza gli amministratori comunali si sono seduti intorno ad un tavolo alla ricerca di una possibile soluzione. Così, pensa e ripensa, è giunta la proposta di far giungere in città alcuni falchi predatori che dovrebbero allontanare le colonie di piccioni. Un po’ come si è fatto in alcuni aeroporti italiani dove i falchi tengono lontani i piccioni evitando che vadano a finire nelle turbine degli aerei causando danni ai mezzi ed agli uomini. Quindi, meglio questa soluzione anziché quella di ingaggiare squadre di cacciatori per dare la caccia ai piccioni. Come d’altronde è avvenuto in qualche altra parte d’Italia. Ma in questo caso si rischierebbe un incidente diplomatico con animalisti ed ambientalisti. Allora, in città, ben vengano i falchi liberatori.
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