14/07/2006 - 07:50:00 -
a cura di Redazione
Il primo tassello di quello che sarà il “Museo del Territorio” di Mesagne è stato collocato al suo posto nel mosaico della microstoria locale. Un evento eccezionale per la comunità che numerosa ha voluto partecipare all’inaugurazione di una struttura museale atta a garantire negli anni la conservazione e la fruizione del ricco patrimonio archeologico.
All’inaugurazione c’era il sindaco Mario Sconosciuto ma, soprattutto, c’era la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia che ha curato personalmente l’allestimento delle sale allocate al piano terra dell’antico maniero Normanno-Svevo.
“A Mesagne, uno dei luoghi in cui torno volentieri perché abbiamo trovato partecipazione e interesse sia dei sindaci che dei cittadini, si è instaurata una reciproca fiducia per cui noi siamo stati lieti di togliere reperti non fruiti dai depositi di Egnazia e di Taranto per portarli nel territorio da cui provenivano” ha evidenziato il Soprintendente Giuseppe Andreassi.
Soddisfatto l’assessore alla Cultura del Comune di Mesagne, Luigi Argentieri, che a pochi mesi dalla fine del suo mandato vede finalmente realizzato un sogno: “Dal piccolo museo di provincia, composto da una collezione disordinata, siamo passati ad un museo con l’ordinamento scientifico di connotazione messapica con grande valenza culturale sia per gli studiosi che per gli studenti”. Anche il sindaco, Mario Sconosciuto, non ha nascosto la sua gioia: “L’apertura del museo – ha spiegato - è un traguardo per la città che attraverso il recupero dei reperti legge la propria storia. Dalla Protostoria all’età messapica. Credo che questo museo, se opportunamente valorizzato e promosso, potrà rappresentare un momento di promozione dell’immagine della città favorendo lo sviluppo turistico su cui tanto si sta lavorando”.
La dottoressa Armanda Zingariello ha allestito la raccolta: “Abbiamo proposto una ricostruzione di quell’età cercando di far vivere a chi non è addetto i lavori, con differenti tecniche di comunicazione, le varie fasi di uno scavo. Il nostro intento è stato quello di far comprendere il museo a tutti i visitatori”.
La dottoressa Assunta Cocchiaro, della Soprintendenza, è, sicuramente, colei a cui Mesagne dovrà dire grazie per avere avuto, finalmente, nelle mura del castello un vero museo. Una professionista seria, che non ama i riflettori della ribalta, cui è stato dato l’onore di tagliare il nastro di inaugurazione: “Nel museo vi sono reperti inediti rinvenuti tra il 1990 e il 2000 in occasione dello scavo di vico Quercia e di via Castello dove, per la prima volta, sono venuti alla luce testimonianze dell’età del Ferro. L’allestimento si rivolge ad un pubblico medio”.
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