19/07/2006 - 07:30:00 -
a cura di Redazione
La salma del diciannovenne Roberto Mirilli, deceduto nella nottata di lunedì dopo quattro mesi di coma dovuto ad un grave incidente stradale verificatosi su viale Indipendenza, non è stata ancora consegnata alla famiglia la quale non ha potuto svolgere le esequie funebri. Il magistrato che conduce l’inchiesta, Silvia Nastasia, non ha firmato l’autorizzazione.
Il motivo del ritardo è presto detto. Il magistrato vuole leggere con attenzione il faldone di atti prodotto dai carabinieri di Mesagne sulla vicenda. Vuole leggere i verbali del sinistro ma, soprattutto, vuole valutare bene i quattro mesi di coma del giovane raccolti nelle relazioni, negli accertamenti diagnostici e nei vari referti medici che sono stati acquisiti negli ospedali della provincia in cui il giovane è stato ricoverato prima del decesso, e inseriti negli atti che i militari hanno consegnato al magistrato nella giornata di ieri. Solo al termine di una attenta valutazione degli stessi, da cui dovrebbe evincersi la causa del decesso, la dottoressa Anastasia autorizzerà o meno l’autopsia sul corpo di Roberto.
Solo dopo si potranno svolgere i funerali. La chiesa sarà quella di Sant’Antonio la stessa dove Roberto ha frequentato il catechismo per accedere al sacramento della Comunione. Una parrocchia che dista solo poche decine di metri dall’abitazione della famiglia Mirilli.
Il sinistro si è verificato il 16 marzo scorso su viale Indipendenza quando la moto su cui viaggiava il Mirilli, insieme ad un amico diciassettenne, si è scontrata con un’auto condotta da un pensionato. Nell’urto Mirilli, che sedeva sul sediolino dei passeggeri ed era privo di casco, ha sbattuto violentemente il capo per terra riportando gravissimi traumi. Da lì è stato un continuo peregrinare in diversi nosocomi della provincia prima di ritornare nuovamente presso l’ospedale “Perrino” dove è deceduto il 17 luglio scorso tra la disperazione dei parenti.
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