21/07/2006 - 06:50:00 -
a cura di Redazione
Sono anni che le organizzazioni umanitarie, e non solo, denunciano le pessime condizioni dei lavoratori stagionali migranti nelle campagne pugliesi. Purtroppo già quando nel foggiano imperavano le proteste degli agricoltori col blocco delle strade, nelle campagne di Cerignola due fratelli morivano perché alla ricerca di acqua potabile.
Un rapporto dell’organizzazione Medici Senza Frontiere già da tempo ha denunciato, dati alla mano, questo fenomeno.
Lo scorso anno vi furono altre vicende che riguardavano lo sfruttamento della manodopera polacca.
L’assordante silenzio della politica, che cala ogni qualvolta si aprono squarci intorno a vicende che riguardano le condizioni di lavoro dei migranti e non solo, ci fa credere che essa sia più attenta al teatrino che alle reali condizioni di vita delle persone.
Ci aspettiamo che questo assordante silenzio finisca presto e si torni a discutere di politica e non di chiacchiere.
Oltre alla tragedia umana, verso la quale esprimiamo solidarietà, non possiamo non dire che queste situazioni sono provocate da leggi liberticide che producono irregolarità come la Bossi- Fini, ma anche dalla “disattenzione” delle istituzioni locali, sindacati compresi, che non vogliono guardare una cruda realtà: la schiavitù in Puglia esiste ancora e viene alimentata dalla miopia e dall’assenza di un lavoro di contrasto reale.
Sappiamo da tempo, lo abbiamo anche detto, che la manodopera migrante nelle campagne pugliese guadagna circa 3,5€ a cassone per quanto riguarda i pomodori e che vivono in luoghi indicibili, privi di ogni servizio, come l’acqua potabile e i servizi igienici.
A noi la responsabilità di porre fine a tutto ciò. Gli strumenti politici ci sono: riaprire immediatamente la discussione su una legge regionale sull’immigrazione, aprire un tavolo fra ong, associazioni, sindacati e istituzioni per affrontare quella che ripetutamente diviene “emergenza”.
Sbagliare è umano perseverare è diabolico.
Gianluca Nigro
segreteria reg.le PRC Puglia – responsabile diritti di cittadinanza.
|