25/07/2006 - 07:00:00 -
a cura di Redazione
Due giovani volontari della parrocchia di Sant’Antonio di Mesagne, Francesco Basco e Ludovico Tenore, sono partiti per il Kenya per una missione umanitaria nella diocesi di Marsabit. Loro obiettivo è portare direttamente in Africa le offerte raccolte a Mesagne per costruire una scuola. Tuttavia lì si stanno sporcando le mani perché stanno vivendo con i missionari e con loro lavorano per portare un beneficio a quelle popolazioni.
Entusiasta dell’iniziativa è padre Angelo Muri, il loro padre spirituale, che ha organizzato la missione.
“Noi abbiamo fatto nostro un progetto per la costruzione di una cappella-salone a Marsabit per una spesa complessiva di tremila e cinquecento euro. – spiega padre Angelo Muri - Lo scorso anno in questa struttura abbiamo curato l’intonaco di dodici aule. Quest’anno abbiamo voluto continuare l’opera con la cappella ed altri locali necessari alla missione. Abbiamo mandato le offerte raccolte insieme a due nostri giovani per fargli vivere l’esperienza. Inoltre abbiamo voluto dedicare l’intera opera del Kenya al ricordo di Antonio Carrozzo, un nostro parrocchiano deceduto nel febbraio scorso in un tragico incidente stradale. L’opera che sta nascendo porterà il nome di “Comunità parrocchiale Sant’Antonio – Antonio Carrozzo”. I due ragazzi si sono preparati a questo evento con un cammino religioso profondo ed intenso. Hanno compreso le difficoltà che vanno incontro, anche quando gli è stato consigliato da desistere dall’idea di partire perché quest’anno non era molto sereno, ma hanno voluto ugualmente portare a termine tale progetto. E sono partiti. Stanno vivendo, insieme a don Donato Panna, l’esperienza del lavoro, della catechesi e dell’aiuto. Tre momenti forti. Preghiera, azione e testimonianza. Le notizie che ci sono pervenute ad oggi sono buone, serene, e loro sono entusiasti del lavoro. Noi li continuiamo a seguire per poter, a loro ritorno, rivivere comunitariamente questa esperienza”.
Quindi il parroco conclude: “Noi pensiamo l’anno prossimo di ritornarci alla luce delle esigenze evidenziateci perché vogliamo interessarci e curare i bisogni di quella comunità cristiana”.
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