27/07/2006 - 22:00:00 -
a cura di Redazione
Si è svolta nella giornata di ieri una riunione tecnica in Questura presieduta dal Questore dott. Margherito e alla quale hanno presenziato la Direttrice Provinciale di Poste Italiane d.ssa Elvira Egidi ed i Direttori degli Uffici provinciali della stessa società.
Tra i responsabili degli organi di Polizia sono intervenuti il dott. Gianluigi Lenti Dirigente l’U.P.G.S.P. della Questura, il dott. Francesco Barnaba Dirigente della locale Squadra Mobile, il dott. Eliseo Nicolì Dirigente del Commissariato di P.S. di Ostuni nonché reggente dell’analogo ufficio distaccato di Mesagne, oltre che il Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Brindisi Magg. Ventriglia ed il Ten. Bonatesta della Guardia di Finanza.
Oggetto del tavolo tecnico è stato l’argomento relativo alla sicurezza degli Uffici Postali, analizzato secondo una logica preventiva, stante la quasi totale assenza del fenomeno in questa provincia.
In ogni caso i responsabili degli Uffici di Polizia hanno rappresentato alcune esigenze prioritarie da soddisfare non solo nella predisposizione di misure tecniche di sicurezza passiva, già sufficientemente considerate e esistenti nella logistica degli Uffici Postali, ma a più largo raggio è stata illustrata quale deve essere la logica informatrice dei responsabili delle singole agenzie nella disamina dei punti di vulnerabilità dei rispettivi uffici.
Nel dettaglio è stata auspicata una verifica delle condizioni complessive dei siti di ubicazione degli sportelli, per evitare che a ridosso degli stessi insistano immobili disabitati o non protetti dai quali facilmente i malviventi possono penetrare nell’Ufficio e mettere in atto una rapina; più in particolare venivano esplicitate alcune situazioni apparentemente poco importanti ma in realtà costituenti “campanelli d’allarme” per situazioni di effettivo pericolo.
Veniva sollecitata anche una particolare attenzione a misure di autotutela da prendere anche nella sfera privata dei responsabili di agenzia; ciò allo scopo di evitare che le famiglie degli stessi possano essere punto di vulnerabilità in caso di tentativi di rapina con sequestro di persona dei congiunti, trattenuti presso i loro domicili.
Inoltre, nell’ambito della generale attività di gestione dell’ufficio è stato rammentato di non sottovalutare situazioni dubbie di persone estranee alla Società, ma comunque per vari motivi, anche commerciali, frequentatrici delle agenzie che si facciano notare per eccessivi o sospetti contatti con individui notoriamente pericolosi dal punto di vista sociale.
Tali dati dovrebbero costituire oggetto di puntuale osmosi informativa con i rappresentanti delle Forze di Polizia, la cui presenza all’interno degli Uffici Postali realizza comunque un deterrente non solo per i fenomeni macrocriminali, ma anche per quegli episodi (truffe o scippi) di minore entità, ma particolarmente nocivi per gli anziani.
Grande utilità rivestirebbe dunque una reciproca disponibilità tra Poste Italiane e Forze dell’Ordine, non solo per segnalare improvvise e consistenti giacenze di denaro, ma anche per esempio per fornire vigilanza al momento dell’apertura degli Uffici, quando importantissima risulta la presenza di una pattuglia, costituente l’unico valido deterrente per una rapina.
Comunque, in caso del verificarsi di tale grave evenienza, al fine di rendere efficace il lavoro degli investigatori è stata ribadita l’importanza di non compromettere le fonti di prova, toccando i punti sui quali i malviventi si sono appoggiati, ma anzi di tentare di focalizzare bene tali siti oltre a riferire agli investigatori eventuali particolari su monili indossati dagli autori del reato o tatuaggi notati sugli stessi.
La riunione veniva accolta con grande plauso espresso dalla d.ssa Egidi che si faceva portavoce della medesima soddisfazione riscontrata nei singoli responsabili di agenzie, infatti diversi e qualificati erano gli interventi effettuati dai direttori, i quali fornivano costruttivi contributi all’analisi dell’argomento, non solo partendo da episodi professionali vissuti, ma ipotizzando anche nuovi protocolli di interazione tra gli uffici e gli organi di Polizia Giudiziari competenti territorialmente.
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