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UN’ALTRA BRINDISI E’ POSSIBILE:
04/06/2006 - 08:45:00 - a cura di Redazione
Martedì 6 Giugno 2006 , alle ore 17,30, presso la Casa del Turista, sul lungomare Regina Margherita 43 – Brindisi, si svolgerà un incontro-dibattito In apertura dell’incontro Don Peppino Apruzzi ricorderà l’avv. Carlo De Carlo e sarà annunziata l’istituzione di un premio per la migliore Tesi di Laurea in materia di “Ambiente, salute e sviluppo”. Interverranno: · Il Prof. Vitantonio GIOIA: Preside della Facoltà di Scienze Politiche, dell’Università di Macerata; · L’Arch. Maurizio MARINAZZO Moderatore: Dott. Giovanni CAPUTO La S.V. è invitata - IL FORUM - APPUNTI PER IL CONVEGNO DEL 6 GIUGNO 2006 SUL TEMA “UN’ALTRA BRINDISI E’ POSSIBILE: QUALE SVILUPPO? Il ”Forum Ambiente Salute e Sviluppo” ha più volte proposto l’organizzazione di una assemblea cittadina sullo sviluppo sostenibile di Brindisi facendola precedere da una fase preparatoria per la raccolta di studi, idee, progetti, programmi. Questa proposta non ha incontrato il favore di chi ancora sostiene che il futuro del territorio sia unicamente legato ad una grande area di servizio in campo energetico, ai “lavori sporchi” connessi al carbone o alla movimentazione ed alle manipolazioni di materie pericolose, alle grandi opere, alla precarietà di cantierizzazioni, lavori e subappalti. Ma tale proposta è condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini che credono in “un’altra Brindisi possibile” ,che partecipano in massa alle manifestazioni contro il Rigassificazione e in favore di un diverso sviluppo e che hanno svolto un ruolo di stimolo con proposte largamente condivise durante l’ultima campagna elettorale amministrativa. Oggi il Forum, nel mentre è protagonista delle iniziative che vedono il nuovo Governo come destinatario della richiesta di ritiro del decreto di autorizzazione del rigassificatore e di investimenti per un nuovo modello di sviluppo, ha programmato questo Convegno per avviare il confronto sui temi dell’economia locale e per lanciare l’iniziativa di un premio per tesi di laurea sull’argomento, con l’intento di organizzare nel prossimo autunno un nuovo appuntamento per la presentazione in modo organico di studi, tesi, analisi, proposte . Ma cos’è lo sviluppo sostenibile? Ovviamente il contrario dell’asservimento del territorio e delle coscienze agli interessi di grandi gruppi industriali e di potere. Non è però affatto la negazione di una forte e compatibile presenza industriale. Consideriamo perciò grave l’aver consentito ad EVC, Enichem, Dow Chemical di fuggire “tranquillamente” da Brindisi e dalle loro responsabilità in relazione alla bonifica e al risanamento di siti inquinati e di cicli produttivi da riconvertire. Ed è gravissimo che si sia protratta la vita di impianti di chimica base ad alto impatto sui lavoratori e sull’ambiente non utilizzando peraltro i fondi messi a disposizione dalla Legge Finanziaria del 2001 per le bonifiche. Le bonifiche avrebbero potuto ed in parte ancora possono creare un circolo virtuoso in favore di posti di lavoro qualificati e di investimenti altrettanto qualificati (si pensi soltanto ai servizi che un Petrolchimico bonificato può offrire). Uno sviluppo sostenibile non può evidentemente essere correlato ad un polo energetico con 5.000 Mw installati ed un’ intollerabile crescita del consumo di carbone, ma può legarsi ad una politica energetica che punti alla riduzione della potenza installata ed in esercizio ed al contestuale miglioramento dell’efficienza e del rendimento degli impianti . Fondamentale è l’obiettivo della ricerca e della promozione delle fonti rinnovabili anche con recupero di idrogeno dal solare termico (vedasi progetto Archimede) Vanno sicuramente sostenuti impegni politici e finanziari in favore del Polo Aeronautico, le cui professionalità e le cui capacità e potenzialità tecnologiche e produttive sono state mortificate da interessi geopolitici e dalla volontà di tenere Brindisi alla mercè e sotto il ricatto di chi è interessato unicamente a sfruttarne le risorse. E’ poi sconcertante che si condizioni l’approvazione dell’accordo quadro all’accoglimento di un inaccettabile inceneritore per rifiuti ospedalieri o che si sia legato alla costruzione di un termovalorizzatore il reimpiego di lavoratori in Cassa Integrazione (il ciclo dei rifiuti, come la Regione Puglia e la Amministrazione provinciale stanno dimostrando, può offrire varie opportunità). Fino ad ora le risorse del territorio sono state fonte di scelte e di sfruttamento per investimenti abbondantemente assistiti dallo Stato e con basso costo della mano d’opera . Oggi occorre un serio programma di sviluppo che abbia come obiettivi essenziali una realtà industriale riqualificata dal punto di vista ambientale e tecnologica ed un’agricoltura che coniughi tradizione, qualità, ed efficienza organizzativa lungo l’intera filiera nonchè turismo, cultura e ricerca (promozione di centri di ricerca , di insediamenti universitari e di iniziative rivolte a favorire la permanenza ed il ritorno di“cervelli” locali). Il fulcro di qualsiasi programma di sviluppo sostenibile non può però essere rappresentato che dal porto, purchè si impedisca il suo asservimento al metano ed al carbone e si fermino i processi involutivi in corso. La fortuna (e, per altri versi, la sfortuna) di Brindisi è sempre stata legata al suo porto naturale ed alla sua collocazione geografica. Né è prova il fatto che quando la città ha vissuto bene con il suo porto e con le sue attività, le ricadute sono state largamente positive ( si pensi soltanto alla “Valigia delle Indie” ai 25 collegamenti giornalieri con la Grecia) Il Forum ritiene assurda la decisione, di trasformare la locale stazione marittima in sede dell’Autorità Portuale e di allontanare dal centro della città e dai suoi esercizi commerciali il porto turistico (oggi, per tanti versi, mal servito ed inospitale). Un recupero, anche se parziale ai fini turistici del porto interno è fondamentale (parte dei collegamenti con la Grecia, traffico crocieristico, servizi adeguati a tal fine reclutando anche l’ex Capannone Montecatini) La città deve tornare a vivere il suo rapporto con i turisti, ai quali va garantita accoglienza, assistenza, servizi di ristoro con un buon rapporto qualità-prezzo e navi più moderne e capienti dai costi più contenuti (altrimenti il confronto con Bari è improponibile e si aggraverà l’inversione di tendenza che, in dieci anni, ha portato a Bari a passare da meno di 500.000 passaggi all’anno ad 1.200.000 e Brindisi a fare il percorso inverso) .Le autostrade del mare e le culture e le economie che si affacciano sul Mediterraneo orientale possono trovare in Brindisi un punto propizio di incontro ed uno straordinario centro di impulso ma c’è bisogno che da noi vengano definitivamente accantonate le vecchie logiche ed i programmi di cambiamento vengano tradotti in organici e coerenti programmi . “Un’altra Brindisi è possibile” ma per costruirla bisogna partire dalle domande della gente e dalla partecipazione popolare.
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