11/08/2006 - 08:30:00 -
a cura di Redazione
“Che fine ha fatto la Pinacoteca comunale inaugurata nel 2001 e da circa due anni e mezzo chiusa?”.
E’ questa la domanda che si pone Violetta Scalera, coordinatrice di Azzurro donne, dopo le numerose richieste ricevute sia dai residenti che dai turisti che in questi giorni giungono a Mesagne per trascorrono le vacanze e trovano le porte della pinacoteca, in molte ore del giorno, sbarrate.
“La Pinacoteca – continua Scalera - doveva rappresentare un punto stabile d’incontro culturale e di proposizioni alternative per tutti gli artisti che, per stessa ammissione di qualche amministratore, preferiscono la scelta della fuga dalla città”.
Quindi la coordinatrice precisa: “Quello che ci fa comprendere come trattiamo la cultura e l’arte nel nostro paese, è il tipo di accoglienza che riserviamo ai figli della nostra terra emigrati per necessità. Essi, sono andati via anche se alcuni, per amore delle proprie radici, tornano. Magari con la voglia e l’orgoglio di mostrare la propria crescita interiore nonché quella culturale e artistica, avendo riscosso anche ampi successi altrove”.
“Invece, com’è accaduto nelle settimane scorse – denuncia Scalera - Si ritrovano a dover litigare con altri artisti, ai quali sono stati concessi gli stessi spazi espositivi negli stessi tempi presso i locali del castello. Inoltre questi figli della nostra città, pur avendo esposto con molta umiltà e dignità, sono stati snobbati ed ignorati proprio da quegli amministratori che avevano promesso loro l’impegno di una maggiore pubblicità dell’evento e quindi una partecipazione di pubblico. Ciò non è accaduto. Ed è successo invece che, proprio chi aveva promesso, ha ritardato addirittura la propria presenza e non ha mantenuto fede alle promesse fatte disattendendo le aspettative dell’artista. Così si contribuisce a fa morire l’arte e lo spirito, altro che titolo a “Mesagne città d’arte”. E tutto grazie ai nostri amministratori”.
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