22/08/2006 - 18:30:00 -
a cura di Redazione
“Quale turismo senza reti idriche e fognarie. E’ questa la domanda che il Presidente per il Marketing Territoriale di Confindustria Puglia pone alla Regione ed all’Acquedotto Pugliese”.
"Molte tra le più esclusive località turistiche pugliesi tra cui Rosa Marina di Ostuni, Castro Marina, Diana Marina, Monticelli, Campomarino, Torre Ovo, per fare solo alcuni esempi, non hanno una rete idrica sufficiente e in molti casi, nonostante le costruzioni siano state realizzate con le opportune autorizzazioni, manca totalmente sia la rete fognaria, sia la rete idrica”.
La denuncia viene dal presidente Massimo Ferrarese, il quale annuncia per prossimi giorni "la presentazione di una mappa dettagliata delle località pugliesi prive di queste infrastrutture fondamentali per la salvaguardia della salute e dell'ambiente e per lo sviluppo turistico dell’intero territorio".
"Non è possibile - aggiunge il presidente Ferrarese - che le più importanti località turistiche e di villeggiatura, compresi i villaggi, continuino a restare a secco e a pagare i privati per lo svuotamento delle fosse biologiche".
"Delle due l'una - dice Ferrarese - o dobbiamo inibire all’uso la gran parte dei lidi pugliesi per inagibilità, oppure, come in tutti i paesi civili dobbiamo immediatamente costruire acquedotti e fogne per garantire una vacanza dignitosa sia ai residenti che ai turisti".
"E' sconcertante - continua il presidente - che mentre la Regione investe ingenti somme per promuovere l'immagine della Puglia nel mondo, una volta in Puglia i turisti o i villeggianti si trovano spesso nell’impossibilità ad usare l’acqua a causa di condutture idriche insufficienti rispetto alla popolazione".
A questo proposito ieri Ferrarese ha chiesto spiegazioni sia all'amministratore delegato dell'Aqp, Scognamiglio, sia all'assessore ai Lavori Pubblici, Onofrio Introna.
Con loro si è concordato per la giornata del 4 Settembre un incontro al fine di stabilire le strategie di intervento per sanare questa assurda situazione.
“Non ci si può più permettere – conclude Ferrarese – che ritardi nella costruzione di infrastrutture così importanti possano creare ulteriori danni, sia sul piano dell'immagine di una regione che vuole investire sul turismo, sia alle aziende che vogliono investire sul turismo, sia alla salute dei cittadini stessi".
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