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Rigassificatore: Lettera aperta a Romano Prodi
26/08/2006 - 20:00:00 - a cura di Associazioni ambientaliste
Lettera Aperta Al Presidente del Consiglio dei Ministri on.le prof. Romano PRODI Al Ministro per le Attività Produttive on.le dr.Pier Luigi BERSANI Al Ministro dell’ Ambiente on.le dr. Alfonso Pecoraro Scanio RIGASSIFICATORE: Brindisi ha diritto ad un suo “risorgimento” La stampa ha dato notizia che il 30 agosto inizieranno i lavori di una “cabina di regia ministeriale” incaricata di approfondire i problemi legati all’esigenza di realizzare sul territorio nazionale alcuni rigassificatori. In vista di tale incontro riteniamo opportuno far giungere alle SS. VV., in aggiunta a quanto già segnalato, le seguenti sottolineature: il rifiuto del rigassificatore a Brindisi, progettato nel porto ed a ridosso della città in una zona già dichiarata a rischio di grave incidente industriale per la presenza di numerosi insediamenti, non è originato da ragioni ideologiche che ci sono del tutto estranee, ma è determinato dall’oggettiva pericolosità del progetto dovuta al sito prescelto nonché dai precisi orientamenti della nostra comunità e dalle conseguenti decisioni delle amministrazioni locali rinnovate a seguito dell’ultimo voto amministrativo. Tali scelte puntano a rendere ambientalmente compatibili i numerosi insediamenti industriali esistenti ed a promuovere uno sviluppo della nostra economia centrato sulla valorizzazione del porto e delle tante vocazioni e potenzialità locali; si tratta di scelte condivise da tutte le altre Amministrazioni pugliesi e dalla Regione Puglia che con i loro vertici (il Presidente regionale Vendola, il Sindaco di Bari Emiliano, il Presidente della Provincia di Lecce Pellegrino, ecc.) sono stati sempre presenti alle massicce manifestazioni popolari in sostegno del nuovo sviluppo giudicato incompatibile con la costruzione del rigassificatore. In particolare, la Regione Puglia oltre che con le ripetute e ferme pronunce dei suoi vertici, ha ribadito tale posizione con una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 4 agosto 2005 nella quale, premesso che «il Consiglio comunale e il Consiglio provinciale di Brindisi sono autonomamente impegnati a perseguire una programmazione economica territoriale e le linee di sviluppo diverse da quelle del passato che hanno determinato costi alti e non più sostenibili sul piano occupazionale, economico sociale, ambientale e su quello riguardante la stessa salute dei cittadini», si impegna il Presidente della Regione «ad assumere tutte le iniziative finalizzate ad adottare atti formali di annullamento revoca dei provvedimenti di assenso all’impianto di rigassificazione in precedenza espressi dalla Regione Puglia ovvero a promuovere ogni genere di intervento mirato alla risoluzione delle intese sottoscritte dalla Regione Puglia con lo Stato»; l’iter procedurale attraverso il quale si è giunti al provvedimento ministeriale che ha autorizzato la costruzione del rigassificatore si è svolto in coincidenza temporale con i comportamenti di amministratori, politici e uomini d’affari nei quali è stata ravvisata dall’autorità giudiziaria la possibile sussistenza di estremi di reato. Sono state così aperte inchieste che hanno messo in luce, al di là delle ipotizzate responsabilità personali di questo o di quel personaggio, l’esistenza in quel periodo di un clima di degrado politico, di gestione affaristica della cosa pubblica e di vaste corruttele che hanno provocato indignazione e sgomento accreditando nell’opinione pubblica la convinzione che le scelte maggiormente rilevanti per il futuro della città e del territorio siano state, sempre in quel periodo, suggerite o portate a maturazione da interessi personali o di cordata col diffuso ricorso ad operazioni illegali. Una convinzione questa che è stata poi rafforzata sia dall’esito di alcuni procedimenti penali relativi alla nota “tangentopoli brindisina” e sia dalla recente apertura di inchieste specifiche sul caso del rigassificatore che hanno già fatto registrare avvisi di garanzia nonché numerose perquisizioni e sequestri nelle sedi della società interessata; vi sono certo alcune espressioni sindacali ed industriali, estremamente minoritarie in termini di consenso popolare, che appaiono culturalmente e politicamente legate alle logiche di gestione delle passate esperienze amministrative che hanno avuto esiti disastrosi per lo sviluppo e per l’occupazione e che sono state condannate dal voto popolare. Si tratta di una sorta di “partito trasversale” che, lontano dagli interessi generali, punta a demonizzare con attacchi scomposti quanto infondati la classe politica che ha dato luogo ad un nuovo corso atteso e sollecitato dalle popolazioni locali. Questo “partito trasversale”, che significativamente era legato alle scelte per Brindisi del governo Berlusconi e che oggi rissosamente si oppone alle forze che vogliono correggere quelle scelte, tenta di trovar credito in alcuni ambienti del nuovo Governo puntando sulla loro presunta disinformazione in merito alla specificità della grave situazione brindisina. E lo fa per ripristinare, in termini di potere, le fallimentari e disastrose politiche del recente passato. Abbiamo perciò detto e ribadiamo in perfetta sintonia con le Amministrazioni locali e con la Regione Puglia che Brindisi ha diritto ad un suo “risorgimento” e che perciò si opporrà con tutte le forze ai tentativi di spostare indietro l’orologio della storia politica locale. Facciamo perciò ancora una volta appello alle SS. VV. perché il governo metta la società inglese costruttrice dell’impianto di fronte ad una precisa scelta: o “concordare” col governo e la Regione Puglia la “rinuncia” all’originario progetto o prendere atto, a seguito di un corretto procedimento di “autotutela”, dell’annullamento dell’autorizzazione per vizi di legittimità e quindi senza indennizzo. Vizi di illegittimità consistenti non solo nella conclamata mancanza della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ma anche nelle tante altre irregolarità alcune delle quali – giova sottolinearlo – sono tuttora al vaglio della magistratura penale. Brindisi, 26 agosto 2006 Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Franco Rubino", Cobas, LAV, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino "Mo' Basta!", Comitato Porta d'Oriente
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