31/08/2006 - 07:05:00 -
a cura di Redazione
A Mesagne la presenza dei piccioni è diventata preoccupante giacché si annidano in diverse zone della città depauperando il patrimonio architettonico ed arrecando gravi disagi ai cittadini poiché lasciano i loro escrementi dappertutto. Facendo scivolare la città in un precario stato igienico-sanitario.
Un imbarazzo dei cittadini che si è tradotto in aperte denunce ed un paventato ricorso alla magistratura se gli enti preposti al controllo, e contrasto del fenomeno, non dovessero muoversi celermente e porre fine ai disagi. In primis Comune ed Asl.
Il Comune di Mesagne da oltre un anno ha messo in atto un servizio di sterilizzazione, con distribuzione di mangime anticoncezionale, il quale al di là della riduzione della colonia del venti per cento annunciata dal Comune la percezione della comunità locale è che il numero anziché diminuire è aumentato. E non di poco. Circostanza che ha indotto l’assessorato all’Ambiente a scendere in campo ed attuare una serie di misure di contrasto al fenomeno e di supporto alla “terapia di anticoncezionale”.
Sembra che a dare vita alla colonia di piccioni sia stato un ex sindaco di Mesagne che negli anni Sessanta acquistò da Venezia una coppia di piccioni. Desiderio del primo cittadino era quello di realizzare a Mesagne una piccola piazza San Marco. Nell’archivio del Comune è conservata la ricevuta di spesa.
Da allora la colonia dei piccioni è proliferata talmente che oggi ha messo in crisi il sistema di vita della stessa comunità mesagnese.
“A settembre il veterinario ci dirà se la terapia anticoncezionale messa in atto, anche quest’anno, dal Comune ha ridotto la colonia – annuncia l’assessore Giuseppe Indolfi – Il problema è che per ridurre la presenza di volatili dobbiamo trovare dei metodi legali. Ucciderli non si può. Quindi abbiamo monitorato le zone maggiormente a rischio facendo una schedatura dei bisogni. A giorni inizieremo a posizionare dei dissuasori metallici per evitare che i colombi stanzino sui monumenti storici. Inoltre dovremmo installare dei dissuasori acustici. Il paventato intervento dei falchi non è praticabile sia perché oneroso sia perché il Comune dovrebbe gestire direttamente il servizio. Nei prossimi giorni inibiremo la posa dei piccioni su alcune abitazioni a rischio chiudendole con delle gabbie. Infine abbiamo chiesto di svolgere una conferenza di servizio presso il Comune con Asl e Provincia affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità”.
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